La Commissione di valutazione delle opere in concorso per la XXI edizione del Premio Nazionale di Letteratura Elio Vittorini, presieduta dal professore Antonio Di Grado,  ha scelto i tre autori finalisti – fra i trentasei autori in lizza – che, il 10 settembre prossimo a Siracusa, si contenderanno la vittoria finale.

Si tratta (in mero ordine alfabetico) di Carmine Abate con “Il cercatore di luce” (Mondadori); Massimo Maugeri con “Il sangue della montagna” (La nave di Teseo); Nadia Terranova con “Trema la notte” (Einaudi).

I tre finalisti adesso ripartiranno da zero in quanto il posizionamento ottenuto in questa prima tornata non avrà alcun riflesso sulla valutazione che la stessa Commissione di valutazione effettuerà a ridosso della cerimonia di premiazione. In questa fase, inoltre, entrerà in gioco anche il Comitato studentesco dei lettori, individuato su scala nazionale tra gli studenti degli ultimi due anni di istituti superiori di vari indirizzi  segnalati direttamente dagli Istituti scolastici. Questo Comitato esprimerà – in via telematica e cumulativamente, a maggioranza, fra le tre opere finaliste – un proprio voto che andrà a sommarsi a quelli che esprimerà a settembre la commissione di valutazione, concorrendo così concretamente alla scelta finale del vincitore del Premio Vittorini 2022 al quale andrà un assegno di 3mila euro.

Il Premio Nazionale Letterario Elio Vittorini é destinato ad un’opera di narrativa pubblicata dal mese di aprile 2021 al mese di marzo 2022 ed è riservato ad autori italiani viventi non esordienti.

Nel corso della stessa seduta la Commissione di valutazione ha anche individuato, tra le candidature pervenute, il vincitore del III Premio per l’Editoria Indipendente Arnaldo Lombardi – in omaggio all’editore siracusano di adozione che fu tra gli ideatori del Premio Vittorini –  destinato alle case editrici indipendenti che abbiano un catalogo di almeno 20 pubblicazioni di carattere storico e letterario. La Commissione ha scelto all’unanimità la casa Editrice Cavallotto di Catania. Anche la consegna del Premio per l’Editoria Indipendente Arnaldo Lombardi avverrà il 10 settembre a Siracusa nel corso della cerimonia di consegna del Premio Nazionale di Letteratura Elio Vittorini.

La manifestazione è promossa dall’Associazione Culturale Vittorini-Quasimodo con l’assessorato alla cultura della Città di Siracusa e la Confcommercio Siracusa, in collaborazione con la Fondazione INDA, la Soprintendenza ai Beni Culturali e Ambientali di Siracusa e con il sostegno di altri partner sia pubblici che privati.

Qui di seguito le motivazioni della Commissione di valutazione:

Carmine Abate, “Il cercatore di luce” (Mondadori)

Calabrese dell’arbereshe Carfizzi, ormai trapiantato in Trentino, Abate  ha scritto un eccellente romanzo epico, che è anche di formazione, costruito tra autobiografia e finzione e non privo di una certa visionarietà. Più che il giovane protagonista Carlo, o la Moma, o la storia del pittore Giovanni Segantini, è la Natura la vera protagonista del romanzo, è l’anima di tutti i luoghi descritti, dal Trentino alla Calabria, dalla Brianza alla Svizzera, armonizzati in un corale, luminoso unicum. Con una scrittura “morbida e acuminata”, di cui ha già dato encomiabili prove, Abate ci offre un libro non privo di una sua esistenziale, struggente, necessità. 

 

Massimo Maugeri, “Il sangue della montagna” (La nave di Teseo)

Una scrittura magmatica, vulcanica, come il “sangue” del titolo, si snoda per i ventotto capitoli di questo romanzo, fino all’epilogo e alla nota di Federico De Roberto che, apposta in calce, chiude “l’eruzione” a mo’ di emblematica, letteraria, postfazione. Personaggi come Marco e Paola, fili conduttori dell’efficace e forte narrazione, ma anche i personaggi minori del “coro” narrativo, sono costruiti con la pazienza del miniatore, presentati con una verve stilistica a volte consapevolmente dissonante, a volte esuberante, ma sempre controllata e dominata da una sottesa visione etica dove trovano posto problemi e tematiche del nostro tempo e del tempo di sempre.  Maugeri si interroga e ci interroga: proprio come accade con i libri necessari, quei libri che lasciano più di una traccia.

Nadia Terranova, “Trema la notte” (Einaudi)

Una ventenne recalcitrante al dominio di un padre, che decide sul suo destino di donna, e un bambino di undici anni, vessato da un amore materno malato, si incrociano per un momento dopo che il terremoto  ha raso al suolo Messina, il 28 dicembre 1908. A narrare, alternando racconto in prima persona e in terza persona, le due storie, segnate entrambe dal dolore maturato fra le mura familiari, è Barbara, la protagonista femminile, alla cui voce è affidato il compito di porre fine, attraverso la parola, alle ferite inferte dal destino che paradossalmente troverà approdi imprevisti nella terribile catastrofe naturale.  Con una scrittura sorvegliata e allo stesso evocativa Nadia Terranova  prosegue la sua esplorazione del tema della famiglia intrecciandolo con l’esperienza dei luoghi di cui sa restituire ancora una volta l’anima più profonda.

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