Il filo di Arianna

La fedeltà del profeta…

Può la vita della Chiesa svolgersi nella storia, senza essere condizionata dalla vicenda umana nel suo complesso, e senza, a sua volta, essere protagonista e testimone all’interno della stessa vicenda?”,

Mi piace introdurre questo numero dedicato all’apertura del cammino sinodale diocesano con l’interrogativo che spesso animava le discussioni del primo direttore e co-fondatore di Cammino, mons. Sebastiano Gozzo, già 40 anni or sono.

Un quesito che ancora interpella la Chiesa cattolica apostolica romana nonostante siano trascorsi 56 anni dalle conclusioni del concilio Vaticano II, che già allora aveva indicato la rotta.

Anche per noi la risposta è chiara: “la Chiesa non può vivere fuori dal mondo e, nel contempo, non può vivere senza essere profezia per il mondo stesso”, così come ci ricordava nel suo ministero l’arcivescovo emerito Giuseppe Costanzo e come ci indica ancor oggi mons. Lomanto con la sua prima lettera pastorale.

Una visione sempre più attuale: sia per l’arcipelago cattolico che per l’intera umanità che sta vivendo nel vortice degli interrogati sul dopo pandemia di Covid 19.

Con l’apertura del cammino sinodale si avvia quindi anche nella diocesi di san Marciano  la prima fase di “ascolto” delle istanze che dai fedeli e dal loro territorio emergono. Noi faremo la nostra parte nel dare il necessario contributo ed assicuriamo ai nostri lettori l’apertura delle nostre pagine ad ogni sollecitazione che possa contribuire ad illuminare il percorso di “discernimento” affidato alla sintesi dell’arcivescovo Lomanto.

Nel primo anno della sua ordinazione, inoltre, rinnoviamo i migliori auguri per l’azione del suo ministero, forti della consapevolezza che “la rettitudine del profeta non si giudica dalla immediatezza del suo successo, bensì solo dalla fedeltà al suo servizio”.

 

  • Per le prenotazioni rivolgersi alle edicole parrocchiali
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