Titolo della settimana: Get out-Scappa Di Jordan Peele, 2017.

Indovina chi viene a cena nel 2017. Cosa sarebbe accaduto a Sidney Poitier nel 1967 se invece dei coniugi Drayton, Spencer Tracy e Chaterine Hepburn, avesse trovato quali genitori della sua ragazza bianca i coniugi Armitage? A voi la risposta guardando questa pellicola -sorpresa e caso cinematografico degli ultimi anni, 2017,con vasto consenso di critica e pubblico. Quando da noi i comici televisivi fanno il grande passo al cinema e non sanno fare altro che commedie(?) insipide e mediocri, nel frattempo in America tale Jordan Peele – comico di gran successo con un programma seguito in gran parte del Nord America – cosa fa? Debutta sul grande schermo come regista e sceneggiatore, vincendo l’oscar per la miglior sceneggiatura: con una pellicola coraggiosa e qualitativamente perfetta mescolando sapientemente commedia, dramma, thriller-horror e messaggio politico e sociale. Aspetto, quest’ultimo, ancor più roboante se si pensa al periodo, siamo nel 2017, sembra un secolo fa, con Trump al potere e l’America frastornata.

Peele fa en plein centrando tutti gli obiettivi, facendo vero cinema, perché questo è un signor film come non se ne vedevano da un bel po’, che lascia lo spettatore attaccato alla poltrona con trovate e dialoghi semplici e intelligenti e raramente, come in questo caso, bravi i distributori italiani ad azzeccare il titolo con quel Scappa, perché molte volte durante la visione vien voglia di gridarlo al protagonista come si faceva una volta al Nuovo Cinema paradiso di Tornatore.

In una pellicola che, nonostante qualche lieve e veniale sbandata, regge fino alla fine, con quell’atmosfera sospesa che partendo dalla commedia – quasi un dovuto tributo al classico di Kramer del 1967 – diventa via via sempre più ambiguo e malsano; dove l’ottimo Daniel Kaluuya, ci trasmette tramite i suoi occhi disagio e ansia. Tutto ha inizio quando Rose Armitage-Allison Williams, invita per il weekend il fidanzato di colore Chris Washington a casa Armitage, ricchissima famiglia della middle Class, lui affermato chirurgo, lei professionista dell’ipnosi, con super villa tra i boschi, campi da golf e servitù rigorosamente di colore, ma strani. Completa il quadretto familiare il fratello di Rose.

Il nostro Chris viene accolto come un figlio. “Fosse stato possibile avrei votato Obama per la terza volta “, lo rassicura subito papà Armitage mettendolo a suo agio, non è da meno la futura suocera che come primo regalo gli offre un’ipnosi dopo cena per aiutarlo a smettere di fumare, due suoceri adorabili … ma domani è un altro giorno. Non è mai semplice coniugare il cinema di genere con l’attualità, perché il rischio di inciampare in banalità è alto, fortunatamente Peele, come il più scafato dei veterani evita le trappole con dialoghi e accadimenti volutamente al limite del grottesco e con le ottime prove di tutto il cast, fotografia e colonna sonora mai invadente, come si tende in questi casi, porta a casa un grande risultato, in un film, come già  accennato, dove commedia, horror, thriller e humour sono pesati col bilancino nel trattare tematiche sempre scottanti come il razzismo che ci riguardano un po tutti, soprattutto il razzismo strisciante, quello nascosto e invisibile ma pronto a colpire appena abbassiamo la guardia.

Peele ci invia questo tipo di messaggio, rinunciando a scene forti, ma giocando col nostro inconscio, insinuando dubbi e tarli, gli stessi che assalgono l’amico di Chris, rimasto in città ma preoccupato per lui, ma negli ultimi dieci minuti salta il tappo. Questione razziali, satira politica, verità scomode, tutto questo lo trovate in Get out Scappa. Due anni dopo era il 2019, Jordan ci riprova con un altro film ad alto contenuto sociale e fa di nuovo centro con Noi. Se va ancora di moda il detto non c’è due senza tre, Peele è sulla buona strada. Film entrambi consigliati.

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