Seleziona Pagina

Un sacco di … compagni di scuola!

Titolo della settimana: Compagni di scuola di Carlo Verdone, 1988.

Il punto zenit della carriera di Carlo Verdone, romano classe 1950, ha una data: 1988, lanciato nel mondo del cinema da Sergio Leone, che notandolo nel varietà televisivo No Stop, lo invitò a casa sua, accogliendolo così :”A ragazzo, non so ancora il perché, ma tu me fai ride, me sa che potresti fare bene anche ar cinema “. Da quell’incontro nacque il  Verdone, ma anche regista, spronato dal grande Sergio. Con Un sacco bello e Bianco rosso e Verdone fu subito successo, poi Borotalco e Acqua e sapone ne decretarono l’affermazione definitiva. Ma è nel 1988 che Verdone tocca il punto più alto della carriera. Giunto all’8 film, Carlo ha voglia di cambiare registro, basta personaggi macchietta, ma cercare di allargare gli orizzonti? Sperimentare qualcosa di nuovo. Un’idea che covava già dal 1984, complice una rimpatriata scolastica, presente anche Christian De Sica, compagno di liceo e anche cognato. L’input definitivo arrivò con la visione de Il grande freddo di Kasdan, dal quale Verdone trae una mai nascosta ispirazione. Nasce così Compagni di scuola, un unicum, perché è il solo ad essere un film corale, 23 personaggi in scena, tutti sfaccettati e compiuti e per di più in poche stanze, una pellicola quasi Altmaniana, che in Italia è raro vedere. Verdone mette in scena una riunione scolastico-nostalgica, la “classe” risponde quasi per intero presente, ritrovandosi nella villa della ricca (?) Federica -Nancy Brilli, con un cast variegato e azzeccato in tutti i suoi componenti, da Fabris-Traversa a Finocchiaro -Angelo Bernabucci, personaggio rivelazione a imperitura memoria, scoperto da Verdone per strada, meriterebbe un capitolo a parte, il logorroico Postiglione, il brutto anatroccolo diventato un bell’uomo, Tony Brando-De Sica nel miglior personaggio della carriera, prima di deflagrare in cinepanettoni scaduti, il sottosegretario cinico e cocainomane Massimo Ghini, Santolamazza-Benvenuti magistrato finto paralitico, Athina Cenci zitella-psicologa e poi via via Eleonora Giorgi,PieroNatoli e altre figure femminili ben delineate, ogni personaggio una piccola storia, e dopo mezz’ora abbondante di film arriva lui Verdone -Piero Ruffolo per gli amici Er patata, dopo aver lasciato spazio e scena a tutti gli altri. Ricordi, rimpianti, fallimenti e sogni infranti si incrociano mischiati a risate e divertimento in questa rimpatriata che scorrendo si fa sempre più amara, quasi drammatica con chiarissimi i legami con la commedia italiana pura, che il nostro ha studiato e conosce a fondo con la sua cattiveria, i vizi e il cinismo. Verdone con l’aiuto di Leo Benvenuti e Piero De Bernardi scrive una sceneggiatura che per quasi due ore riesce a mantenere il giusto equilibrio tra momenti comici, cinismo e dramma, tanta roba rispetto a quello che oggi passa il convento italiano. Spaccato veritiero di una generazione a15 anni dal liceo. Ottima anche la colonna sonora. Cult per una serata con amici e il gusto del cinema italiano di qualità.

Condividi: