Il culto per il santo patrono cittadino, al quale i fedeli affidano la protezione e  l’intercessione contro le calamità, è l’espressione più antica e persistente del rapporto fra il santo e il luogo. A Catania il sentimento di speciale venerazione e fiducia verso Sant’Agata   è profondamente radicato. La “A”, lettera iniziale del nome della “Santuzza”,  sormonta il monumento principale della città, l’elefante Eliodoro (per tutti “u Liotru”), simbolo di Catania,  spunta sulla facciata del Palazzo municipale, campeggia nello stemma della città.

La festa di  Sant’Agata, dal 3 al 5 febbraio, è qualcosa di memorabile e coinvolge tutti i catanesi e molti visitatori, che accorrono in città attratti dalla magnificenza dell’evento. La  tradizionale sfilata delle candelore, enormi ceri rivestiti con decorazioni artigianali, puttini in legno dorato, santi e scene del martirio, fiori e bandiere,  precede  il fercolo in processione.  Il fercolo, molto pesante, e gravato anche del prezioso scrigno con le reliquie   e del busto di Sant’Agata, attraversa i luoghi del martirio e ripercorre le vicende della storia della “Santuzza” trainato dai devoti, che indossano il tradizionale saio bianco (“u saccu”). Sul fercolo il 5 febbraio, i garofani rossi del giorno precedente (simboleggianti il martirio, e in tempi recenti anche garofani rosa), vengono sostituiti da quelli bianchi (che rappresentano la purezza). All’alba del   6 febbraio, il Fercolo con le reliquie giunge in via Crociferi: è il momento del saluto della Santa alla città.

Quest’anno, purtroppo, come per il 2021, a causa della pandemia causata dal Covid-19, le manifestazioni tradizionali non si sono svolte, annullate sia nei tre giorni canonici sia per l’ottava, ma i catanesi sperano che per la data estiva del  17 agosto, data che ricorda il ritorno, nel 1126, delle spoglie della Santa da Costantinopoli, sia possibile rivedere la Santa  martire.

E’ questa anche la speranza della dottoressa Marina La Falce, titolare da circa quarant’anni di una farmacia nella centrale via Umberto che, seppur di origini messinesi, è diventata devota della santa catanese da quando una sua amica, molti anni fa, la condusse  alla messa dell’aurora e lei fu conquistata dalla devozione per la “Santuzza”.

La dottoressa allestì da allora una vetrina dedicata a  Sant’Agata in concomitanza delle feste agatine, e dal 2020 – quando a causa della pandemia le manifestazioni esteriori in città vennero meno – la vetrina è stata allestita in permanenza, arricchendola di testimonianze. Questa sua  iniziativa, che testimonia la devozione verso Sant’Agata,  anche a scapito di interessi commerciali, ha riscontrato l’apprezzamento dai catanesi, ha ricevuto un premio nel 2021 ed ha destato l’interesse degli organi di stampa .

La testimonianza della dottoressa La Falce è proseguita ampliando il suo amore per la Santa con atti concreti: lo scorso anno ha recuperato una piccola reliquia della Santa, che ha esposto all’interno della farmacia, quest’anno ha commissionato all’artista Amalia Peditto un bassorilievo del busto di Sant’Agata che ha donato al Santo Padre per il tramite dell’ex sindaco di Catania Enzo Bianco, ricevuto da papa Francesco in qualità di presidente del Consiglio nazionale dell’Anci.  Il bassorilievo è una grande immaginetta barocca (delle dimensioni di 60X40 cm) che riprende le fattezze del busto reliquiario della Santa, ornato di vere gemme. La dottoressa La Falce, che sta lavorando alla redazione di un libro, ci ha ricordato – facendoci vedere anche riproduzioni di documenti del tempo – che i festeggiamenti in onore di Sant’Agata, prima della pandemia,  erano stati sospesi solo altre tre volte: nel 1865 a causa di una minacciosa eruzione dell’Etna, nel 1878 in concomitanza della morte di Papa Pio IX, e nel 1880  a causa di una violenta ondata di maltempo, e sempre in passato, anche durante le guerre,  erano stati celebrati.

Nella sua vetrina permanente, sovrastata dalla scritta luminosa “Sant’Agata prega per noi” ,  attualmente sono esposte una candelora, un’antica corona, le tradizionali olivette, il cappellino, i guanti, il cordone,  due fotografie della festa degli anni scorsi, la riproduzione della preghiera recitata dalla Santa entrando in carcere.

La dottoressa La Falce, che ha presenziato il 19 febbraio alla Messa in cattedrale per l’insediamento del nuovo Arcivescovo monsignor Luigi Renna, ci ha detto che continua  la ricerca di molto materiale su sant’Agata,  anticipandoci – suscitando la nostra curiosità – che sta lavorando alla redazione di un libro, per il quale le facciamo i nostri auguri sperando di poterlo leggere presto.

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