Mentre spirano minacciosi i venti di guerra, un commedia storica del maestro Lubisch portava ,e speriamo porti ancora una ventata di ottimismo.

Titolo della settimana: Scrivimi fermo Posta, 1940 di Ernst Lubisch.
Budapest, tra i sempre più forti venti di guerra, nel negozio dietro l’angolo, un fattorino salva dal suicidio Matuschek, il proprietario, tradito dalla moglie, mentre Alfred e Klara, due dipendenti, ignorando le proprie identità e detestandosi, si inviano romantiche lettere fermo posta.
Uno dei grandi classici di tutti i tempi, il tocco alla Lubisch è nato qui, fresco, innovativo e moderno ancora oggi. Scrivimi fermo posta fa parte di quei film, o meglio, quel tipo di cinema che non esiste più; dialoghi e caratterizzazioni dei personaggi destinati a rimanere per sempre nella storia, e tutta la filmografia lubischiana ancora oggi studiata e sezionata nelle accademie. In questo lungometraggio il regista riesce a tradurre una sceneggiatura teatrale e da uno spunto quasi banale, riesce a costruire una girandola di avvenimenti che oscillano di volta in volta dal divertimento alla crudeltà. Lubisch sdogana 70 anni prima del loro avvento Facebook, Instagram e derivati vari, facendoli sembrare fenomeni da baraccone ancor prima del loro avvento; emozioni di plastica, mentre il piccolo negozio di Matuschek severo, autoritario, ma comprensivo e onesto è un crocevia di umanità ed emozioni vere, cuore pulsante d’Europa, che in un momento delicato della storia, porta una ventata di ottimismo. La sceneggiatura di Samson Raphelson ruota, come detto, attorno agli equivoci, ma è il regista a dettare il ritmo e indicarne le traiettorie, e in 90 minuti scarsi ci fa innamorare di questo microcosmo e dei personaggi, tutti. Semplicemente spettacolare James Stewart, e con lui Margareth Sullavan, Frank Morgan, Sarah Haden, e tutti gli altri, tanto al comando c’è lui, Lubisch e il suo tocco magico.
Unica pecca, ma non dipende dal film, il doppiaggio italiano, un misto di milanese, padano e slavo- italiano, se potete guardatelo in lingua originale con i sottotitoli. Film conservato nella biblioteca del Congresso USA.
Da non perdere e buona visione.
Condividi: