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Sii…Pace – 4500 giovani rispondono all’invito di mons. Lomanto per una Pasqua di Pace

Sii…Pace –  4500 giovani rispondono all’invito di mons. Lomanto per una Pasqua di Pace

L’incontro è stato arricchito con gli interventi di Marco Tarquinio, Francesco Priolo, Oliviero Forti e, da Kiev, MakSym Ryabukha

4500 studenti, dai 14 ai 20 anni, giorno 8 aprile 2022, hanno portato una ventata di  gioventù al Santuario Madonna delle Lacrime. Hanno gridato il loro no alla guerra, anzi hanno detto “Sii …Pace”. L’evento è stato voluto dall’arcivescovo di Siracusa Francesco Lomanto che si è affidato per l’organizzazione a don Santino Fortunato, direttore dell’ufficio di Pastorale Giovanile della Diocesi. Una complessa macchina organizzativa, messa in moto dal sacerdote Fortunato, ha visto riuniti studenti, docenti e dirigenti, sotto la rassicurante protezione della Madonna delle Lacrime, per riflettere sulla necessità di essere artigiani della pace, così come indica Papa Francesco.

Un evento straordinario, il primo nel territorio siracusano al termine della fase più cruciale della crisi pandemica che ha colpito il mondo intero.

L’evento è nato dal bisogno di ripensare il grande valore della pace, che superficialmente viene dato per scontato e comprendere che la guerra è solamente causa di perdite umane, culturali, economiche e sociali. Gli interventi, in collegamento diretto, di personalità del mondo della Chiesa e della Cultura, hanno scandito il tempo della manifestazione. Marco Tarquinio, direttore del quotidiano nazionale Avvenire ha voluto condividere la grande difficoltà di raccontare la guerra e, in particolare la guerra tra Ucraina e Russia. Una guerra difficile, in cui si tende a strumentalizzare, a livello di notizia, anche la vita dei più piccoli. Stragi, orrori, assenza di limiti etici, esclusione della vita degli altri e distruzione. La guerra non è mai giusta, è una malattia che distrugge l’umanità. In ogni guerra c’è un gioco delle propagande che tende a condizionare lo sguardo di chi dovrebbe essere soltanto inorridito. Sono sempre più i civili che i militari a perdere la vita nelle guerre; questo lo si è capito con le due guerre mondiali. La guerra supera ogni limite umano. Chi fa informazione non deve mai usare toni trionfanti, ci sono aggrediti e aggressori, ma è guerra.

Il rettore dell’Università di Catania, Francesco Priolo, ha evidenziato la necessità che ciascuno faccia la propria parte. Ha parlato del progetto UNIPACE dell’Università di Catania e della scuola di formazione alla politica e alla pace in lingua inglese. Le competenze linguistiche, sociologiche, e umane sono oggi necessarie per la costruzione di un mondo più giusto. L’ università di Catania ha firmato delle convenzioni con la Croce Rossa e con l’Alto Commissariato dei rifugiati perché ciascuno possa dare il proprio contributo. Anche per l’invasione dell’Ucraina si stanno organizzando corsi ed eventi di formazione. Si auspica che il conflitto cui stiamo assistendo finisca al più presto. L’università ha istituito fondi per 60.000 euro per aiutare studenti e studentesse ucraini ed ha dato alla comunità di sant’Egidio un locale che ospita un numero significativo di rifugiati.

L’intervento del dott. Oliviero Forti, responsabile delle politiche migratorie della Caritas Italiana, ha messo a nudo le enormi necessità che emergono dall’opera di accoglienza in cui è impegnata la Caritas Italiana da moltissimi anni. I molteplici conflitti a livello globale interpellano ogni giorno, ma quello ucraino ci tocca più da vicino perché si sviluppa nel cuore del Continente da noi abitato. Gli ucraini, oggi rifugiati, desiderano poter rientrare nelle loro case.  Bisogna essere convinti di dovere essere nel quotidiano architetti e artigiani della Pace.

Il collegamento più toccante per i giovani è stato quello con il padre salesiano MakSym Ryabukha, direttore della casa Maria Ausiliatrice di Kiev. Il padre ha espresso il desiderio di trasmettere il caldo applauso a tutta l’Ucraina. La situazione molto grave e la tragedia umana sconvolge tutti. Nei territori Nord Est e Sud Est la situazione è drammatica, addirittura disperata. Alla richiesta di cosa ha bisogno oggi l’Ucraina, don Maksim ha elencato tre cose: la preghiera semplice e quotidiana, l’accoglienza e gli aiuti umanitari veri e propri perché i territori occupati o appena liberati non hanno più nulla. Ma è importante una terza cosa: la vita di ciascuno, entusiasta, partecipe, capace di fare bene quello che si fa ogni giorno perché la vita vissuta bene del singolo può salvare tutto il mondo.

A conclusione dei singoli interventi in collegamento è intervenuto l’arcivescovo, mons. Lomanto che, dopo la lettura di un brano tratto dal vangelo di Giovanni, ha proposto una meditazione sottolineando la bellezza e il valore della parola pace. Invocare la pace è una necessità oggi e l’incontro di Gesù Risorto con il discepolo Tommaso, segnato dalla presenza di una prova sfolgorante, evidenzia il superamento dell’esperienza sensibile per giungere alla fede. Il Pastore ha fatto notare la necessità, da parte dell’uomo, di mettersi in una posizione di apertura alla trasfigurazione. La proposta è stata quella di accogliere la verità di Gesù che disarma  e cambia radicalmente le singole vite, come a Francesco d’Assisi. L’incontro con Dio non chiude l’uomo in se stesso, ma lo apre alla totalità della sua umanità.

La consacrazione alla Madonna delle Lacrime ha chiuso l’evento.

L’accoglienza dei giovani all’Arcivescovo è stata entusiasta e caratterizzata dalla forza degli entusiasmi che solo l’età adolescenziale e giovanile conosce. Indubbiamente complesso gestire la veemenza dei ragazzi che, disabituati al valore dell’ascolto  silenzioso, tendevano a trasmettere la loro voglia di vivere con le caratteristiche più comuni del vociare  e degli applausi che si sono susseguiti numerosi. Ma nulla va scartato, nulla va perduto. A ciascuno, nella parte più intima del proprio animo, certamente è arrivata una parola che custodisce, magari timidamente, ma che potrà venir fuori in momenti inaspettati della propria vita.

 

 

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