Titolo della settimana: Il mondo dei robot di Michael Crichton 1973.

Michael Crichton, 1942-2008 scrittore, sceneggiatore, regista, uno dei personaggi rivoluzionari del nostro tempo, dalla Vita avventurosa, sfortunata e unica, 5 matrimoni, una figlia, una sclerosi Multipla e una laurea in medicina, sacrificata per le passioni, romanzi e viaggi. Come vedete non si è fatto mancare niente. Non Contento decide di passare alla regia, e come un moderno Re Mida trasforma in oro anch’essa, dirigendo un pugno di pellicole entrate nel cuore degli appassionati, tra queste il fiore all’occhiello è Il mondo dei robot 1973, da un suo romanzo. Film per tematiche anticipatore dì tutta la fantascienza a venire, genere che con 2001 odissea nello spazio e Il pianeta delle scimmie, ambedue del 1968, acquisisce, ed era ora, lo status che già da tempo meritava.

Il mondo dei robot è ambientato nel 2000, miliardari annoiati e in cerca di emozioni, per 1000 dollari al giorno, hanno la possibilità di divertirsi in una specie di Disneyland per adulti, Delos, popolata da robot a immagine e somiglianza dell’uomo, suddivisa in tre epoche storiche, antica Roma, medioevo e Fa west. Un costoso Gioco dove tutto è concesso, duelli, violenza, sesso, omicidi, tutto sotto la supervisione di una Sala controllo dove tecnici specializzati, sono pronti ad intervenire per ogni tipo di anomalia, come un reality.

Tutto sotto controllo abbiamo detto?  Ed ecco la classica falla nel sistema che trasforma la vacanza di Pete e John e degli altri turisti in una trappola mortale. Il famoso rischio zero trasformato in incubo con la ribellione delle macchine all’uomo, un tema ricorrente anche in letteratura sin dai tempi del Frankenstein di Mary Shelley e poi con i film sopra citati anche in sala.

Nello stesso solco possiamo includere Blade Runner 1982 e il Terminator 1984, e soprattutto quest’ultimo deve tanto al prototipo di Chricthon, senza dimenticare che è anche l’autore del romanzo Jurassic Park, ché nel 1993 Spielberg trasformò nell’ennesimo grande successo. Quando l’uomo sfida la natura può innescare reazioni incontrollabili, Il mondo dei robot è anche precursore nell’uso dell’immagine pixellata, il punto di vista del robot, e Yul Brinner, che sembra spuntato da I magnifici sette del 1960, di nero vestito, è davvero inquietante, col suo sguardo, già di per se magnetico, accentuato da speciali lenti a contatto.

Pellicola seminale che detiene anche il primato di essere stata la prima ad affrontare il tema dei virus capaci di infettate i computer, se non è un film epocale questo, non ne esistono. Oltre a Yul Brinner, protagonisti troviamo Richard Benjamin e James Brolin, padre di Josh. Il mondo dei robot oggi è molto difficile da reperire e anche in televisione sembra scomparso, strano in un’epoca dove proliferano i reality, tanti Delos in formato peggiore di quello immaginario del 1973. La lezione di tanta letteratura e del cinema non è servita. I robot sono sempre tra noi. Buona visione

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