Conclusesi le elezioni regionali, la pattuglia di deputati della provincia di Siracusa non ha raccolto molto nella distribuzione degli incarichi che contano al parlamento siciliano: neanche un assessore, solo un presidente di commissione (Giuseppe Carta, eletto con MPA, Ambiente e territorio). Della stessa commissione farà parte anche Luca Cannata. L’ex sindaco di Avola, eletto anche al Parlamento nazionale nella lista di Fratelli d’Italia, per il quale opterà entro i termini previsti lasciando il posto a Palermo a Carlo Auteri, è il vero “match winner” della tornata elettorale da poco conclusasi, dove ben poca gloria hanno raccolto i candidati considerati forti della città capoluogo.

E’ stato inserito in due commissioni, Ambiente e territorio e Cultura formazione e lavoro. Di quest’ultima sarà componente anche Riccardo Gennuso,  che ha aderito al Gruppo di Forza Italia 1 a seguito della creazione di due gruppi parlamentari del partito, nel percorso di guerra aperta che Miccichè ha dichiarato al presidente Schifani. Anche Tiziano Spada, del PD, è stato assegnato alla commissione Ambiente con funzioni di segretario: tra le competenze principali i tre siracusani avranno a che fare anche col caro Tari: chissà che quest’assegnazione possa portare un beneficio al problema dei rifiuti che assilla la città capoluogo. Il deputato del Movimento 5 stelle, Carlo Gilistro, è un pediatra ed allergologo, ed ha senso la sua assegnazione alla commissione Sanità.

Ma a Siracusa l’agone politico ha ormai come obiettivo la conquista di Palazzo Vermexio. Sono iniziate infatti le grandi manovre per le prossime elezioni comunali, a circa sei mesi dalle consultazioni che riporteranno rappresentanti dei cittadini a sedersi in un’aula consiliare dopo una assurda “vacatio” , durante la quale la mano libera lasciata agli attuali amministratori senza contraddittorio non ha prodotto, a dire della maggior parte dei siracusani, grandi risultati.

In un panorama generale dominato in questi giorni dalla crisi del petrolchimico e dall’aumento dei costi energetici, non sono stati fatti passi avanti per la soluzione delle principali carenze evidenziate nel recente passato: occupazione, sanità, trasporti pubblici, spazzatura, e chi più ne ha più ne metta, che  hanno portato Siracusa agli ultimi posti delle graduatorie della qualità della vita delle città italiane.

Il vulnus principale di questa contesa è, finora, che c’è un solo candidato a Sindaco.

Infatti Francesco Italia, che regge attualmente l’amministrazione cittadina, è l’unico ad avere annunciato la sua candidatura, con la benedizione di Carlo Calenda leader di Azione, partito del quale il Sindaco è stato uno dei fondatori. Ci si chiede, in questi giorni che vedono una sorta di fusione  tra Italia Viva, il partito di Renzi, e Azione, cosa farà Giancarlo Garozzo ed ex sindaco, leader cittadino dei renziani, che ha pubblicamente dichiarato la sua avversità all’ex delfino Francesco Italia. Sembra strano, ma l’argomento principale che unisce i potenziali interessati ad una coalizione di centro sinistra, cioè Azione, Italia Viva ed il lacerato PD, sembra essere l’avversità al sindaco Italia.

Il PD, dicevamo, che non riesce a ritrovare una coesione interna e neanche una vera identità, è lacerato a Roma e peggio messo in città: forse dopo il congresso nazionale potrà trovare un equilibrio, ma il tempo è tiranno ed attualmente, a parte l’emergente GlendaRaiti, recentemente eletta in segreteria regionale, ed il deluso dalla tornata elettorale Gaetano Cutrufo non si fanno nomi, forse perché non si vede una personalità   che possa essere gradita, quale candidato a sindaco, a tutto il partito. Il movimento 5 stelle, rincuorato dall’esito delle elezioni nazionali, non ha espresso ancora un possibile candidato, ma alcuni guardano con fiducia al parlamentare uscente Paolo Ficara, malgrado il dentista siracusano abbia rinunciato alla possibile ricandidatura a deputato. La logica vorrebbe che tutte queste forze dovrebbero unirsi per formulare un progetto di rinascita per la città, in contrapposizione ad una visione programmatica ed amministrativa di destra.

Il centro-destra, teoricamente favorito alla vittoria, dove legittimamente scalpita il partito della Meloni, forte dell’affermazione nazionale, è anch’esso impegnato nella ricerca di un candidato valido da opporre a Francesco Italia che, nel frattempo, non dimentichiamolo, è dedito alla  gestione dei cospicui fondi del PNRR, cosa certamente non secondaria. Metteranno da parte i personalismi i vecchi nomi di chi è rimasto senza lo scranno cui legittimamente poteva aspirare? Sono sempre sulla piazza i vari Vinciullo, Cafeo, Bandiera, Assenza, Mangiafico, ma il nome più corteggiato, e che potrebbe mettere d’accordo le varie anime, è quello di Giambattista (“Titti” per tutti) Bufardeci, l’ex sindaco, che per il momento ha dichiarato di avere chiuso il capitolo dell’impegno diretto in politica, ma potrebbe sempre ripensarci, e chi pensa ad una figura femminile con la fascia tricolore fa il nome possibile di Stefania Prestigiacomo, nome spendibile ma che non ha manifestato finora l’ipotesi di un ritorno stabile a Siracusa.

In questo complesso quadro d’incertezze varie, resta sovrano il responso dell’elettorato, che ha mandato al consiglio regionale tante facce nuove, e potrebbe decidere di puntare su altri giovani protagonisti anche per l’amministrazione cittadina. La città ha tanti problemi da risolvere e ci vuole una reale ripresa delle attività commerciali, culturali, sociali, quelle cose che in una città con più di duemila anni di storia e con le potenzialità immense che vanta Siracusa, dovrebbero trasformarsi in lavoro e ricchezza. Di questo dovrebbero seriamente occuparsi gli amministratori, vecchi o nuovi, chiamati a reggere prossimamente le sorti della città. Ci riusciranno? Ai posteri l’ardua sentenza.

  • Articolo pubblicato nell’edizione tipografica del 28 novembre
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