La presidente della Commissione Europea Ursula von der Leyen ieri a Palermo ha affermato che grazie agli investimenti e alle riforme previste dal Pnrr, la Sicilia potrà diventare un “Paese per giovani. Purtroppo queste belle ed apprezzabili parole di speranza rischiano di essere solo slogan, che non tengono conto di una realtà che si finge di non conoscere.

Eppure i dati parlano chiaro e sono confermati dall’Istat: ogni giorno le giovani risorse qualificate provenienti dal Mezzogiorno costituiscono una fondamentale fonte di capitale umano per le aree maggiormente produttive del Nord e del Centro del Paese e per i paesi esteri. La nostra terra è sempre più povera di competenze ed  aumenta così un drammatico divario tra la Sicilia e il resto dell’Europa.

Ci saremmo aspettati quindi che la presidente dell’Ue avesse parlato della criminalità organizzata, che soffoca ancora in molte parti dell’isola la libera imprenditoria, che avesse denunciato il ritardo delle infrastrutture (perché non portarla a vedere i cantieri infiniti delle nostre autostrade?), che avesse affermato il sacrosanto diritto dei giovani siciliani a potersi affermare nella loro terra, senza andare a sostenere le economie del nord Italia o quelle tedesche e francesi e così via.

“Grazie agli investimenti e alle riforme previste dal Pnrr, la Sicilia potrà diventare un Paese per giovani”. Ma per progettare e mettere in atto le opere del Pnrr, cara presidente Von der Leyen,  servono professionalità tecniche e scientifiche che i nostri enti non hanno, perché i nostri giovani, dopo essersi formati con enormi sacrifici delle famiglie siciliane, si trovano ora, come apprezzati serbatoi di intelligenze,  ad alimentare le già ricche economie altre zone dell’Europa.

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