L’aggressività che sfocia nella violenza e nel bullismo sono i sintomi di un disagio che emerge sempre più. Contenerlo è difficile. Non può essere ignorato nemmeno a Siracusa. Deve essere affrontato con i giusti mezzi.

La violenza genera violenza ma prevenirla è importante. I segni del disagio devono essere colti in tempo. Il dialogo deve avvenire utilizzando una comunicazione adeguata e i mezzi opportuni. Una situazione mal gestita può certamente degenerare e portare a risultati deludenti.

Gli insegnanti devono essere maggiormente tutelati nell’esercizio della loro professione.

Una formazione adeguata aiuterebbe a gestire situazioni potenzialmente pericolose. I recenti fatti di cronaca che non hanno dimenticato Siracusa ci impegnao a comprendere meglio i disagi che ci celano dietro l’indifferenza dei ragazzi.

Formazione e aggiornamento non bastano. Occorre rivalutare la professione docente. La scuola ha bisogno di docenti motivati, non di lavoratori ad ore che timbrano il cartellino o svolgono il mestiere di insegnante come secondo lavoro, dedicando le proprie energie e tempo alla libera professione. Anche questo è rispetto verso gli alunni e verso i colleghi che si impegnano ogni giorno per qualcosa in cui credono.

Insegnare non deve essere un ripiego ma una libera scelta, non dettata dalle esigenze economiche del momento. I ragazzi sono lo specchio degli adulti. Se non offriamo nulla, non possiamo pretendere qualcosa in cambio.

Se daremo loro la nostra passione e il nostro sapere, sapranno impegnarsi per costruire il loro futuro.

Occorre il buon esempio. Si lavora insieme per non disperdersi, per costruire. L’impegno di oggi garantirà un futuro di buoni propositi da realizzare.

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