Questa sentenza (ancora, peraltro, in primo grado) interpella con forza le coscienze di quanti insistono nel credere nella vera pienezza della nostra vita democratica

La sentenza della Corte di Assise di Pisa (per il tragico e tristemente noto caso della morte dell’allora militare di leva Emanuele Scieri) ormai – da ieri – è di dominio pubblico a Siracusa e in tutta la Penisola.
La Giustizia, dopo ben ventiquattro anni, ha accertato  le gravi responsabilità penali dei due autori dell’assurdo e quasi incredibile omicidio del nostro giovane concittadino.
Emanuele Scieri, a ventisei anni, iniziava a percorrere i primi passi professionali dopo la laurea in Legge, come praticante avvocato negli uffici giudiziari siracusani.
Il cammino della vita per lui si presentava carico di speranze.
Fu brutalmente spezzato per cause che a lungo hanno richiesto indagini complesse, tra omertà  e depistaggi di ogni genere.
La coraggiosa e coinvolgente tenacia, dei familiari e di quanti hanno sempre chiesto verità e giustizia, alla fine ha avuto la meglio, ottenendo finalmente una sentenza giudiziaria che sembrava irraggiungibile.
La legittima soddisfazione per questa sentenza però lascia tuttora scossi per una estenuante lungaggine che certamente turba la coscienza di quanti tuttora credono nei valori delle istituzioni dello Stato.
Ci si chiede se sia sul serio “Giustizia” quella che arriva per un cittadino italiano dopo quasi un quarto di secolo. Dopo profonde amarezze e tante attese!
Ci si interroga, a ragione, sulla funzionalità del nostro Sistema giudiziario. 
Il problema è gravemente complesso e proprio questa sentenza (ancora, peraltro, in primo grado) interpella con forza le coscienze di quanti insistono nel credere nella vera pienezza della nostra vita democratica.
Occorrerà ancora la mobilitazione etica e sociale delle migliori forze di questa Nazione.
 In questo senso pure la nostra Comunicazione potrà dare un proprio contributo di crescita. È l’auspicio che, con tenacia, lanciamo da queste pagine, espressione di una periferia pensante e operosa per il Bene comune.
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