Titolo della settimana: Turista per caso 1988 di Lawrence Kasdan.

Andiamo a riscoprire una perla dimenticata del cinema anni 80 firmata Lawrence Kasdan, figura di rilievo di Hollywood sia come regista che come sceneggiatore, c’è il suo zampino in Guerre stellari e I predatori dell’arca perduta degli amici e compagni di liceo Lucas e Spielberg.

Nel 1988 , nel pieno della sua creatività, trasporta in sala il libro di Anne Tyler appunto Accidental tourist. È la storia di Macon Leary, che di mestiere scrive guide turistiche e la cui vita va in frantumi con la morte del figlioletto dodicenne, avvenuta in modo accidentale durante una rapina e la successiva decisione della moglie di abbandonarlo. Gli restano il dolore e il pestifero quattro zampe di famiglia Edward, ma non tutti i mali vengono per nuocere, a causa di un viaggio, Macon affida il cane ad un ricovero per animali gestito da Muriel, ragazza solare e sui generis, grazie a questo incontro il nostro sembra uscire dal torpore e rivedere la luce in fondo al tunnel, quando l’ex moglie Susan si rifà viva per Macon arriva il momento delle scelte.

Bellissimo film di Kasdan , molto bravo a bilanciare dramma e commedia, soprattutto durante il soggiorno di Macon, causa incidente domestico, presso la sua strampalata famiglia formata da una sorella e due fratelli, e si affida ad un tris di attori impeccabili, William Hurt, Kathleen Turner e Geena Davis, che con questa interpretazione si portò a casa il primo oscar della carriera, facendo il bis nel 1991 con Thelma e Louise.Completano l’opera le musiche di John Williams e l’autunnale fotografia di John Bailey. Terza collaborazione del regista col suo attore faticcio, l’ indimenticato William Hurt dopo il cult Il grande freddo e il noir Brivido caldo. Di gran lunga il miglior film della stagione 1988, pellicola dimenticata, a torto, anche dai palinsesti televisivi, invasi da film inutili e a volte imbarazzanti.

Un modo di fare cinema sempre più raro, drammatico, divertente e malinconico, fotografia di un’America post reganiana in cerca della propria identità, e come nel Grande freddo, è ancora una volta William Hurt l’emblema della spaesamento di tutta una generazione, non dico altro, film da recuperare assolutamente. Portate sempre un libro nei vostri viaggi per proteggervi dagli estranei. Buona visione.

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