E’ stata inaugurata sabato scorso, nei locali dell’istituto comprensivo “Guglielmo Marconi”, la mostra documentaria che celebra i centodieci anni di vita della benemerita istituzione scolastica cittadina. A tagliare il nastro sono stati il dirigente, professoressa Mariella Cristiano, ed il professore Elio Cardillo, in rappresentanza della lunga schiera di docenti che si sono avvicendati sugli scranni e le cattedre della scuola, presenti le autorità civili e militari cittadine.

Un lavoro sinergico, che ha coinvolto insegnanti ed alunni nonché la cooperativa “Badia Lost & Found”, ha permesso di allestire un percorso documentario che ben sintetizza questo lungo arco temporale di attività. “Accedere all’archivio della scuola -ha detto il dirigente scolastico Mariella Cristiano- è stato una sorta di folgorazione anche per me, in quanto ci si può rendere conto della ricchezza del materiale presente che testimonia il passare del tempo e la perfetta sintonia dell’istituzione scolastica ai tempi. Così è nata l’idea di dare nuova ‘vita’ a questo materiale e grazie al coinvolgimento di docenti e discenti la mostra ha preso idea e forma”. E così dai registri dell’anno scolastico 1914-1915, ancora perfettamente conservati, alle disposizioni impartite dal provveditore agli studi di Siracusa, in epoca fascista, relative all’uso del ‘voi’ a posto del ‘lei’ nei colloqui interpersonali o all’ordine perentorio di partecipazione, il sabato, all’attività di educazione fisica in divisa da ‘balilla’ o ‘figli della lupa’, tutto ben documentato su pannelli con foto originali dell’epoca (grazie alla collaborazione dei fratelli Iannitto, che hanno messo a disposizione il loro archivio fotografico), il visitatore può davvero fare un tuffo indietro di quasi un secolo. E se davvero ben si può comprendere, soffermandosi nella lettura della corrispondenza amministrativa per la scuola e dalla scuola verso Siracusa e Roma, la valenza del detto “libro e moschetto, fascista perfetto”, altrettanto ben documentata, soprattutto eloquente, è la fase immediatamente successiva, ovvero quella della caduta del regime ed alla fine del conflitto bellico quando scatta l’epurazione di chi era compromesso con il fascismo. Da Siracusa, è messo nero su bianco, si indica il da farsi nei confronti di chi era stato contiguo con il regime, con tanto di nomi e cognomi… Quindi l’avvento della Repubblica, la ricostruzione ed il grande sforzo, figlio dell’ancora più grande intuizione dei governi a guida democristiana dell’epoca, dell’istruzione di massa accessibile a tutti e gratuita, che ha permesso il grande salto del Paese, nel quale altissima era la percentuale di analfabeti.

Pannello dopo pannello, gli anni ’60-’80 scorrono ed è -almeno per noi così è stato- un riflessivo ‘pugno allo stomaco’ soffermarsi a leggere i diagrammi (anche questi perfettamente conservati) curati all’epoca dal professore Elio Cardillo che danno conto del numero (crescente) di alunni iscritti ma anche della percentuale (rilevante) di alunni che abbandonano gli studi, di fatto vittime dell’evasione dell’obbligo scolastico. Il percorso espositivo, alla fine, ha proposto il lavoro, ovviamente multimediale, realizzato dagli alunni coinvolti nel progetto, tutti mobilitati sabato ad essere -vorremmo dire- parte integrante, essi stessi, della mostra, in quanto parte viva della scuola che senza discenti non avrebbe ragion d’essere. Viva ed educata: non capita sempre, purtroppo, essere salutati da un sorridente e sincero ‘buongiorno’ da parte di un adolescente ed il garbo con il quale i ragazzi hanno accolto i visitatori merita di essere sottolineato.

Centodieci anni di vita, più siti che l’hanno ospitata da scuola di avviamento professionale prima, scuola media statale poi ed ora istituto scolastico comprensivo, senza dimenticare tutto il resto di cui è protagonista nei locali di via Federico di Svevia che l’ospitano, la “Guglielmo Marconi”, parte viva e pulsante della comunità cittadina, avrà pure centodieci anni ma sicuramente non li dimostra perché fare memoria del passato è viatico per capire il presente e soprattutto proiettarsi verso il futuro, un futuro fatto di sempre più tecnologia ed ‘intelligenza’ artificiale con tutto ciò che questo comporta, ben sintetizzato da una considerazione nell’intervento del dirigente scolastico: “I documenti cartacei d’archivio ci hanno permesso di allestire questa mostra, ma ciò che oggi produciamo in formato elettronico sarà recuperabile con la tecnologia del prossimo domani e dunque sempre accessibile?”.

Legittima preoccupazione da non lasciarsi solo a quanti saranno i discenti ed i docenti del “Marconi” nell’anno scolastico 2064-65, quando cadrà il 150° anniversario di fondazione.

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