Titolo della settimana: Song’ e Napule, 2013 di  Manetti bros.
La sfortuna dei Manetti è quella di essere nati in Italia nella decade sbagliata, per loro non c’è posto, il cinema di genere che ha fatto la fortuna del nostro movimento post neorealista, commedia, thriller, western, poliziottesco è tramontato da anni, anni dove il pubblico affollava i cinema, e anche piccoli paesi come il mio , poteva contare su tre sale, tempi cinematografici che purtroppo non torneranno, ed è questo Il tipo di cinema che i Manetti propongono sin dai loro esordi. Uno di questi e’ Song ‘ e Napule, dichiarato omaggio ai poliziotteschi con Tomas Milian, Franco Nero e Maurizio Merli che spopolavano ai botteghini e attiravano anche attori di fama internazionale, James Mason, per fare un esempio, a venire a lavorare nel nostro paese
 Napoli ai giorni nostri. Paco Stillo, giovane musicista, tramite la mamma, viene assunto in polizia, e controvoglia, grazie a questa sua dote, viene infiltrato dal severo Commissario Cammarota nel mondo della canzone neomelodica napoletana, con lo scopo di stanare Ciro Ferracane, detto O’ Fantasma, pericoloso boss della camorra, del quale neanche le forze dell’ordine ne conoscono il volto, ma tramite intercettazioni ambientali sanno che parteciperà ad un matrimonio, dove allieterà l’evento la band di Lollo love, dove il nostro Paco entra come pianista, ma il suo già non facile compito si complica ancor di più quando si innamora, ricambiato, di Marianna, sorella di Lollo. Si prevede un matrimonio con i fuochi d’artificio,in tutti i sensi. Film sorprendente, come di rado succede nel nostro sempre più sterile panorama, tensione vera, divertimento intelligente e tanta buona musica napoletana, sembra oggi vero ? Con la polemica Sanremese Golier.
I Manetti creano un caos organizzato, con personaggi calibrati e direi bravi, nessuno è fuori posto, un intreccio efficace e dialoghi divertenti e intelligenti, persino Alessandro Roja sembra un attore di spessore con Serena Rossi, Carlo Buccirosso, Giampaolo Morelli, quest’ultimo ha contribuito anche alla sceneggiatura e scritto le canzoni che, nella parte di Lollo love interpreta, infine Paolo Sassanelli e Peppe Servillo nella parte di Ciro Ferracane, tutti sono la dimostrazione che, se diretti bene e con un’ottima sceneggiatura, ancora oggi è possibile in Italia fare film di genere e non le solite stancanti finte commedie, considerato il piccolo budget avuto a disposizione, per questa pellicola possiamo parlare di miracolo. Fotografia che ci regala una Napoli suggestiva di Francesca Amitrano. Una curiosità, il film termina con la presenza della mitica Giulia, macchina onnipresente in tutti i polizieschi italiani anni 70. Ogni volta che nei cinema escono i film degli ormai bolliti Zalone, Pieraccioni o Siani rivediamoci un film dei Manetti, a cominciare da Song’ e Napule, tre David di Donatello, quattro Nastri d’argento e un Globo d’oro. I Manetti, una scheggia impazzita nel panorama italiano, voce fuori dal coro pieni di idee e vitalità. Buona visione.
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