In luce ambulamus (1Gv 1,7). Con Santa Lucia camminiamo nella Luce di Gesù

Dopo aver celebrato un “anno mariano” nel 2023, dedicato alla nostra Madonnina nel 70mo anniversario dell’evento prodigioso della sua lacrimazione del 1953, l’Arcivescovo Francesco Lomanto ha indetto per il 2024 un “anno luciano” dedicato alla nostra Patrona Santa Lucia nel 1720mo anniversario del suo sacrificio nel sangue del martirio del 304. L’occasione prossima è legata all’evento della traslazione della reliquia del corpo di Santa Lucia nel dicembre di quest’anno da Venezia nella sua città natale. Per la terza volta, dopo le due precedenti venute nel 2004 e nel 2014. Il nostro presule ha incentrato la sua ultima lettera pastorale, «In luce ambulamus (1Gv 1,7). Con Santa Lucia camminiamo nella Luce di Gesù», in modo speciale, a questo avvenimento straordinario della vita della nostra Arcidiocesi. La lettera – davvero molto bella e di profonda spiritualità, che raccomandiamo di leggere e fare propria con grande attenzione – merita di essere colta soprattutto per gli spunti e le sollecitazioni su come vivere al meglio questo anno luciano, superando il rischio (che esiste!) di ridurre questa preziosa occasione unicamente all’attesa gioiosa dell’arrivo dicembrino del corpo della nostra patrona. Il desiderio dell’Arcivescovo è che in questo tempo guardiamo con spirito di emulazione alla vita di santa Lucia e alla sua testimonianza, cercando di imitarne le virtù, la luce della fede, la scia di santità.

A questo scopo vorremmo cogliere i suggerimenti concreti di mons. Lomanto, attraverso otto parole-chiave tratte dalla sua lettera pastorale.

1.Prima parola: La luce della fede

Santa Lucia testimonia che la fede è la luce della vita di Gesù che promana dal mistero pasquale. La fede è l’adesione di tutta la persona al Cristo Risorto. La fede ci dona una particolare illuminazione: «Mentre avete la luce, credete alla luce, per diventare figli della luce» (Gv 12,36). Dio dona all’uomo gli occhi della fede per accogliere la sua luce e vederlo. Così l’uomo per la fede può raggiungere Dio, entrare in rapporto con Lui e identificarsi sempre più al suo mistero. In questo anno, allora, rinvigoriamo la nostra fede, cercando di guardare gli eventi della nostra vita – come afferma papa Francesco nella Lumen fidei – «dal punto di vista di Gesù, con i suoi occhi».

2.Seconda parola: Il battesimo

Santa Lucia ha vissuto pienamente la fede del battesimo, lasciandosi guidare dallo Spirito Santo che ‒ abitando in lei – l’ha sostenuta nelle scelte importanti della vita cristiana. La coscienza della vocazione battesimale si è fatta in lei sempre più chiara nelle esigenze del Vangelo che nel suo animo si facevano sentire sempre più imperative. In questo anno, impegniamoci ad approfondire il valore e il mistero del dono del nostro battesimo, punto di partenza e di arrivo della nostra vocazione, del nostro cammino ecclesiale e della nostra stessa testimonianza di fede.

3.Terza parola: La Parola di Dio

Santa Lucia ha tratto il coraggio della testimonianza cristiana dal nutrimento quotidiano della Parola di Dio. È stata la Parola ad accendere nel suo cuore – come nel profeta Geremia – un fuoco ardente e incontenibile. Nell’ascolto della Parola, Lucia sentiva la voce del suo Signore che la chiamava per nome e ‒ illuminando il suo cammino cristiano – la conduceva all’unione perfetta con Lui nella verginità, nella carità e nell’effusione del sangue del martirio. In questo Anno luciano, come figli della Chiesa siracusana, dobbiamo ripensare e fare nostra la risposta a Pascasio che il Codice Papadopulo attribuisce a Lucia ‒ chiara eco dell’affermazione paolina, «la Parola di Dio non è incatenata» (2Tm 2, 10) ‒ quando il proconsole ordinò agli aguzzini di sottoporla a tortura: «Non si può mettere a tacere la Parola di Dio!». La risposta di Lucia al proconsole ci esorta a ripensare al valore e alla forza irrinunciabile della Parola nelle nostre comunità ecclesiali, nella nostra vita e nella nostra testimonianza.

4.Quarta parola: La santità della vita cristiana

Lucia ci è vicina soprattutto con la sua santità. La celebrazione di un anno dedicato a onorare la santità di Lucia e ad approfondirne il significato sempre attuale ci deve far prendere coscienza che l’era dei martiri e dei santi non si è mai chiusa. Ancora oggi la Chiesa respira della santità di Dio nella vita di chi ha il coraggio di vivere le beatitudini del Vangelo. Il Concilio Vaticano II invita a realizzare la santità in ogni età e in ogni condizione di vita. Il capitolo quinto di Lumen gentium parla dell’universale vocazione alla santità nella Chiesa, come si legge nella 1^ lettera ai Tessalonicesi: «è volontà di Dio la vostra santificazione» (1 Tes 4, 3). Dobbiamo tendere tutti alla santità. In ogni epoca il volto della Chiesa dipende essenzialmente dalla santità dei suoi figli. Papa Francesco ha scritto: «La santità è il volto più bello della Chiesa». La santità è dono di Dio, che va accolto, custodito, fatto fruttare nell’amore. La santità sta nella perfezione della carità, nell’essere «perfetti come il Padre» (Mt 5, 48). Questo comando di Gesù vale per tutti in ogni attimo della loro vita: anche per il peccatore appena convertito.

5.Quinta parola: La carità nella vita cristiana

Santa Lucia, nella sua donazione totale a Dio, visse a servizio di infermi, bisognosi e vedove, consacrò la sua verginità a Cristo e distribuì il suo patrimonio ai poveri secondo le indicazioni della comunità cristiana della sua Città. L’esempio di Santa Lucia ‒ che nella carità verso Dio e verso i poveri ha concretizzato l’autenticità dell’amore ‒ ci invita, in questo anno luciano, alla pratica del dono, a rivolgere una parola gentile, a mostrare un atteggiamento accogliente, a compiere un qualsiasi piccolo gesto di pace e amicizia, di sostegno all’identità comune e alla collettività, per costruire quella che Paolo VI chiamava “civiltà dell’amore”.

6.Sesta parola: La preghiera

La preghiera deve costituire il centro stabile, unificante e perenne della nostra persona, della nostra vita, di tutte le nostre attività. Benedetto XVI raccomandava: «Se i polmoni della preghiera e della Parola di Dio non alimentano il respiro della nostra vita spirituale, rischiamo di soffocare in mezzo alle mille cose di ogni giorno: la preghiera è il respiro dell’anima e della vita». Il cammino di adesione e trasformazione in Cristo comporta fare spazio a Dio, realizzare l’alta misura della vita cristiana, aprirsi alla dimensione dell’amore di Dio, · ossia del tutto («Ama il Signore Dio tuo con tutto il cuore, con tutta la tua anima e con tutta la tua mente», Mt 22,37), · del sempre («Se uno vuol venire dietro a me, rinunci a se stesso, prenda ogni giorno la sua croce e mi segua», Lc 9,23) · e del di più («Mi ami più di costoro?», Gv 21,15). 3

7.Settima parola: Il martirio

Il cammino della Chiesa nella storia è stato sempre segnato dalla dura esperienza del martirio. Santa Lucia afferma: «Ecco sono pronta a qualsiasi supplizio». Il martirio di Santa Lucia è con Cristo, perciò è il martirio di Cristo stesso che si compie nella sua carne. Nella morte violenta che subisce per Gesù Cristo il martire muore non soltanto della propria morte ma della morte stessa di Cristo. La celebrazione dell’Anno luciano ci impone di guardare alla nostra Patrona Lucia come modello di credente, di giovane donna pronta a rinunciare alla vita dinanzi al ricatto che le poneva il mondo costringendola a rinnegare Cristo. La perseveranza dei martiri è frutto del dono di un particolare carisma dello Spirito Santo che sostiene la loro ferma volontà di rimanere fedeli a Cristo, avendo nel cuore la parola di Gesù: «Chi vorrà salvare la propria vita, la perderà; ma chi perderà la propria vita per causa mia, la troverà» (Mt 16,24). Tutti noi siamo chiamati a vivere e a testimoniare Cristo Gesù nelle scelte coraggiose del Vangelo, a volte anche attraverso un martirio quotidiano incruento in un mondo sempre più secolarizzato, indifferente e talvolta avverso a Dio.

8.Ottava parola: La missione evangelizzatrice della Chiesa

Lucia ci insegna con la sua vita e con il suo martirio la bellezza della centralità di Cristo e del Vangelo. Questo è un tempo nel quale ci si chiede di avere il suo stesso coraggio e la sua stessa fortezza nella testimonianza cristiana. La missione evangelizzatrice continua nella forma personale del testimone e, oggi come non mai, la nostra Chiesa siracusana deve disporsi in un nuovo impegno di evangelizzazione. Il primo passo da compiere in questo cammino è l’autentica conversione del nostro cuore che – docile all’azione dello Spirito Santo ‒ può cambiare il volto della nostra Chiesa e la sua azione nella storia. Ogni forma di evangelizzazione deve sempre partire e ripartire da Cristo. Solo quando il nostro cuore sarà pieno di Cristo potrà traboccare e dire con San Paolo: «Ho creduto, perciò ho parlato» (2Cor 4,13). Andare nel mondo nel nome di Gesù è il nostro solo ed unico compito specifico. In conclusione, abbiamo dinnanzi un anno tutto da vivere! Questi gli auspici del nostro Arcivescovo: ·

La celebrazione dell’Anno luciano sostenga il nostro cammino spirituale nella luce della fede, nella riscoperta del battesimo, nell’ascolto e nella messa in pratica della Parola di Dio. · La testimonianza di Lucia consolidi il nostro impegno di crescita nella santità di vita per irradiare la carità divina e per costruire l’avvenire della Chiesa, ravvivi la fedeltà di un intimo rapporto di amore con Cristo per un’autentica testimonianza di vita e una efficace missione evangelizzatrice nell’opera di trasmissione della fede.

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