<<Poniamo in votazione l’emendamento 4bis.0.201 a firma del senatore “Nicita (Pd) e, a questo punto, tantissimi altri”; … con il parere favorevole del Relatore (Centro destra) e conforme del Governo (Centro destra), il Senato approva>>

La scorsa settimana è andata proprio così nel corso della seduta del Senato della Repubblica Italiana che ha portato all’approvazione della proposta del senatore siracusano del Pd, Antonio Nicita, di inserire il porto rifugio Santa Panagia e il Porto Grande di Siracusa all’interno dell’Autorità portuale di sistema della Sicilia orientale.

Man mano che il vice presidente del Senato invitava l’aula alla votazione, la stessa veniva ritardata dagli interventi di Senatori di ogni angolo dell’emiciclo che chiedevano di apporre la propria firma nel testo presentato da Nicita.

L’emendamento in questione è stato apportato nell’ambito della conversione in legge del Decreto-legge 18 gennaio 2024, n. 4, recante disposizioni urgenti in materia di amministrazione straordinaria delle imprese di carattere strategico.

Per diventare legge dello Stato occorre adesso il voto conforme della Camera dei Deputati ma, stante l’ampio e trasversale consenso avuto dall’emendamento “Nicita e tantissimi altri”, non dovrebbero esserci brutte sorprese.

Questo voto, quindi, per le modalità con cui si è concretizzato, assumere due importanti significati.

Il primo, più tecnico e più siracusano, riguarda gli scenari di sviluppo che si aprono con l’inserimento del porto rifugio Santa Panagia e il Porto Grande di Siracusa all’interno dell’Autorità portuale di sistema della Sicilia orientale: si auspicano potenziali ricadute per il rilancio dell’attività portuale e dei traffici dell’entroterra industriale, agricolo e commerciale provinciale, oltre che, come dichiarato dal deputato di Fratelli d’Italia, Luca Cannata: “Tutto questo significherà la pari gestione di Siracusa con Augusta e Catania dei fondi e delle risorse PNRR per le infrastrutture portuali”.

Il secondo, più politico e di carattere generale, è un importante risultato per la rappresentanza parlamentare siciliana che, a prescindere dai ruoli di maggioranza e opposizione, ha votato una norma strategica per il comune territorio. Iniziativa “centrale” che recepisce un dossier istruito “dal basso”, segnatamente dai consiglieri comunali siracusani d’opposizione, guidati da Massimo Milazzo.

Fatta eccezione per rari episodi, più personali che politici – vedi gli emendamenti Prestigiacomo per Ospedale e Camera di Commercio o l’azione di Bono per i riconoscimenti Unesco – pochissime volte la Sicilia ha dimostrato di essere compatta e trasversale nel sostenere azioni politiche nazionali a favore del territorio; dunque il recente voto senatoriale può diventare un importante inizio per una più ampia e organica riflessione sul futuro di un’Isola sempre più desertificata, sia dal clima  sia dall’emorragia di giovani. Mentre per il clima le responsabilità sono soprattutto sovrannazionali, di certo vanno ricercate soprattutto nella trinacria le cause della sempre più massiccia quanto silente ed inarrestabile nuova emigrazione: dalle valigie di cartone dei braccianti di ieri ai trolley degli studenti universitari di oggi.

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