La celebrazione della solennità del Santissimo Corpo e Sangue di Cristo, comunemente nota  come Corpus Domini, a Lentini una volta era una vera e propria festa.

Per tutta la settimana successiva la solennità della Santissima Trinità, ogni parrocchia celebrava la ricorrenza con una processione, che si snodava per le vie dei quartieri vicini. I cittadini facevano a gara per onorare al meglio la processione e il passaggio dell’ostensorio con l’ostia consacrata sotto il baldacchino. Sui balconi si esponevano tappeti, coperte, come se fossero arazzi, si mettevano lampade per illuminare a giorno le strade e poi ancora festoni di carta colorata, detti comunemente “nzareddi”, si gettavano petali di fiori al passaggio dell’ostensorio. Si realizzavano inoltre, piccoli altari agli angoli delle strade, con lenzuola ricamate, tappeti, candelabri, vasi con fiori, piante e luminarie, che avrebbero per qualche minuto ospitato l’ostensorio.

Da questi altari, che anche se improvvisati erano molto belli e spesso sontuosi, in una sorta di tacita gara a chi lo allestiva meglio, il celebrante benediva i presenti e le case. Tutti i sacerdoti partecipavano alle varie processioni parrocchiali, che si concludevano con la processione della chiesa Madre il giovedì.

A Lentini l’ostensorio era in genere affidato al parroco della Santissima Trinità Giovanni Di Stefano, considerato da tutti il più pio dei sacerdoti, mentre la processione più “chiassosa”, che diventava una vera e propria festa di quartiere era quella della parrocchia di San Luca.  Le vie del quartiere erano adornate a festa, in un tripudio di “nzareddi ovunque” da cui venne poi l’appellativo di “nzariddari”, per indicare chi si vestiva con abiti pacchiani e poi sparo di mortaretti e piccole bande musicali improvvisate. La solennità diventava festa di popolo, il corpo di Cristo andava a trovare i suoi fedeli nelle loro case, si cementava un legame antico e arcano, si rinforzava il senso di appartenenza con la parrocchia. Tutto questo poi è sparito. Oggi si celebra una sola processione cittadina, che ogni anno parte da una parrocchia diversa, la solennità si celebra in maniera più coerente con la liturgia la domenica successiva la ricorrenza della Santissima Trinità e molti non ricordano più la vecchia tradizione.

Immagine in evidenza: Guido Cagnacci, Processione del Santissimo Sacramento (1628), Museo di Saludecio e del Beato Amato

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