LENTINI – Consiglio comunale in sessione aperta, quello che si terrà lunedì 20 con inizio alle ore 18 a palazzo Beneventano, per discutere in merito alla situazione venutasi a creare a seguito dei decreti dell’assessorato regionale all’energia dello scorso febbraio con i quali è stato autorizzato l’ennesimo sversamento di rifiuti urbani indifferenziati nella discarica gestita dalla Sicula trasporti da parte di ulteriori cinquanta comuni isolani. La riunione del civico consesso è stata sollecitata dal Comitato civico per la difesa del territorio che da tempo si batte per dire no all’utilizzo dell’impianto di contrada “Coda di volpe” quale discarica dei rifiuti provenienti da mezza Sicilia. Alla riunione, aperta anche ai sindaci ed ai presidenti dei consigli comunali di Carlentini e Francofonte, sono stati invitati i parlamentari nazionali e regionali della provincia, il prefetto Raffaelle Moscarella, il presidente della Regione Renato Schifani, nella qualità di commissario per la gestione dei rifiuti, l’assessore regionale all’energia Giovanni Di Mauro, il presidente della IV commissione dell’assemblea regionale siciliana, Giuseppe Carta. Un appello ad essere presenti rivolto a tutta la cittadinanza è stato lanciato dal Comitato, che ha organizzato anche una petizione, affinchè nell’interlocuzione con chi ‘tira le fila’ -la Regione, quindi- possa uscire fuori una posizione chiara (e definitiva) sull’utilizzazione non indiscriminata di una discarica che ha modificato -per sempre- ambiente e panorama con l’abbancamento nei lustri di centinaia di migliaia di tonnellate di spazzatura lungo la dorsale collinare ben visibile a chi percorre l’autostrada Catania-Siracusa in direzione di Lentini, o le strade statali 194 e 385 rispettivamente a monte ed a valle dell’impianto, i cui miasmi -superfluo dirlo- a seconda dei venti arrivano nel centro abitato e nel circondario.
LENTINI – Con la benedizione impartita dall’arcivescovo di Siracusa, monsignor Francesco Lomanto, sabato scorso, un altro tassello dell’opera di recupero degli affreschi della chiesa rupestre del Crocifisso è stato messo a posto. Infatti, sono stati svelati, fulgidi nella loro semplice ma ammaliante bellezza, gli affreschi che ritraggono San Cristoforo -opera databile tra il XIII ed il XIV secolo- e Cristo viandante, di epoca successiva, certamente fatto sopra un precedente affresco mariano, di cui nell’opera di restauro si è trovata traccia. A permettere a tutti di poter ammirare questi due affreschi è stata la sezione cittadina dell’Archeoclub d’Italia, presieduta dal professore Filadelfo Inserra, che ha finanziato i lavori di restauro, eseguiti da Federica Di Giorgi e Raffaella D’Amico che li ha diretti, costati ottomila euro. L’intervento dell’Archeoclub è nel solco dei precedenti finanziati nell’ottica di un restauro complessivo degli affreschi che adorna(va)no la chiesa rupestre, i cui cicli pittorici sono tra i più importanti esistenti in Sicilia. Soddisfazione è stata espressa dal parroco della chiesa madre, don Maurizio Pizzo, che è l’ente proprietario del sito. “Adesso -dichiara- sarebbe bello riuscire a riportare al suo splendore l’affresco della Crocifissione; si tratta di un impegno oneroso sotto il profilo economico, dato che servono non meno di venticinquemila euro per il restauro. Sono fiducioso che, con il contributo di tutti, riusciremo a raggiungere anche questo obiettivo”. La chiesa rupestre, originariamente dedicata a Santa Maria della Grotta, sarà aperta al pubblico domenica 2 giugno.