Carolina e Gianluca, entrambi classe 1996, sono ufficialmente marito e moglie. Hanno scelto di sposarsi in chiesa secondo il rito cattolico e al termine della cerimonia, don Fortunato Di Noto, officiante, ha dato loro lettura degli articoli dal codice civile come prescritto dagli accordi fra Stato del Vaticano e Repubblica Italiana.

Solamente la scelta del sabato come giorno delle loro nozze è il dato che li accomuna a quanto rilevato dalle recenti statistiche dell’Istat (circa il 50%): le nuove coppie, infatti, che decidono di compiere il fatidico passo sono sempre di meno (nonostante la ripresa post Covid-19, il matrimonio rimane il calo, soprattutto nel meridione); sposi sempre meno giovani (34,6 anni per i maschi e di 32,5 per le femmine, circa due anni in più rispetto al 2012) e sempre più optano per il rito civile (oltre il  50%,  con una diminuzione del rito cattolico del 5,1% rispetto al periodo pre-pandemico).

Se le ricerche sociologiche possono provare a spiegare questi numeri elaborati dall’Istat, di certo i novelli sposi sortinesi hanno dato un eloquente significato alla loro unione grazie alle modalità con cui hanno condiviso l’importante giornata.

Al termine della cerimonia, infatti, gli sposi, scortati dai familiari, testimoni e amici sono stati presi in carico da un allegro gruppo di “compari” armati di coppola e gilet, quartara, fisarmonica, flauto e tamburello.

È quindi iniziata una insolita sfilata nuziale che ha coinvolto l’intera Sortino. La nuova famiglia, quindi, a suon di musica ha attraversato il corso principale intrattenendosi nelle piazze con balli e altri momenti di letizia, come il suono del violino che li ha indirizzati nel Chiostro dei Frati Cappuccini dove – come accadeva in tempi ormai lontani – si è svolto il conviviale rinfresco.

È stato come se, interpretando fattivamente il magistero di Giovanni Paolo II, Carolina e Gianluca abbiano inteso vivere e condividere il profumo dei loro fiori di zagara  come si conviene alla “prima cellula vitale della chiesa e delle società”; festeggiando, appunto, con tutta la comunità cittadina della quale adesso sono nucleo vivificante e con la quale costruiranno il loro comune futuro; con tanto di bolli sia “ufficiali” che “sociali”.

– Si ringrazia Nunzio Bruno per la foto in evidenza.

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