La tregua Olimpica e il valore dello stare insieme.
L’attacco di stanotte alle Olimpiadi 2024 è la riprova che quando si smarriscono le ragioni per cui un evento nasce, si snatura la sua identità e con esso la natura stessa dei suoi protagonisti.
Che senso ha fare sfilare atleti di ogni dove e premiarli al suono degli inni nazionali quando i loro governanti non riescono ad assicurare “la tradizione della Tregua Olimpica – Ekecheiria – che già nell’antichità aveva la funzione di garantire l’interruzione di tutte le ostilità, consentendo il passaggio e la partecipazione in sicurezza di atleti e spettatori che partecipano ai Giochi Olimpici”.
Come ricordato da Alessandro De Carolis su Vaticannews “alla vigilia del grande evento di Parigi il Papa ha inviato dal suo account su X a far tacere le armi “nella speranza di risolvere i conflitti e ripristinare la concordia“. Al messaggio di Papa Francesco ha fatto eco l’Associazione sportiva della Santa Sede, Athletica Vaticana, che in una apposita lettera, ha scritto a chi sarà in gara alle Olimpiadi e a fine agosto alle Paralimpiadi: vivete e aiutate a vivere un momento di passione in cui accanto al “più veloce, più in alto, più forte” trovi posto il valore dell’essere “insieme”.
Di seguito riportiamo il testo integrale della lettera come viatico e metafora per arrivare a conquistare tutti il traguardo di una civile convivenza sul comune pianeta Terra.
Città del Vaticano, 24 luglio 2024
Amica e amico atleta,
a Parigi si aprono venerdì 26 luglio i Giochi olimpici che devono fare i conti con guerre, tensioni e ingiustizie – anche a riflettori spenti – su scala mondiale: la proposta della tregua olimpica – sostenuta più volte da Papa Francesco, fin dallo scorso 13 gennaio con la “sua” Athletica Vaticana – e la partecipazione in gara del Team dei rifugiati sono proprio due proposte di pace che tutti noi, grande famiglia sportiva, rilancia in un tempo buio per l’umanità.
Le Olimpiadi – e dal 28 agosto le Paralimpiadi – sono anzitutto storie di donne e di uomini che oggi non riescono a fermare «la terza guerra mondiale a pezzi» (come la definisce Papa Francesco), ma suggeriscono la possibilità di un’umanità più fraterna. Attraverso il linguaggio del dialogo sportivo, popolare e a tutti comprensibile.
A Parigi, in questi giorni, ciascuno cerca di incarnare i veri valori dello sport: passione, inclusione, fraternità, spirito di squadra, lealtà, riscatto, impegno e sacrificio. Ogni allenamento, ogni sfida superata, ogni momento di difficoltà affrontato con coraggio, vi ha portato a i Giochi olimpici. Con una consapevolezza: lo sport non è solo vittoria o sconfitta, lo sport è un viaggio nella vita che non si fa mai da soli. Papa Francesco ci ricorda che lo sport «è una grande “staffetta” nella “maratona della vita” con il testimone che passa di mano in mano, stando attenti che nessuno resti indietro da solo. Adeguando il proprio passo al passo dell’ultimo» (prefazione del libro “Giochi di pace. L’anima delle Olimpiadi e delle Paralimpiadi”).
Già, «al passo dell’ultimo»: l’abbraccio più fraterno è per tutti coloro che ogni giorno vivono – provando anche ad aggrapparsi alla speranza che dà lo sport – realtà difficili, tra guerre, povertà, ingiustizie, tensioni, paure. Confida Papa Francesco: proprio loro ci «raccontano storie di riscatto, speranza, inclusione». Con questo spirito di fraternità anche attraverso lo sport, a poche ore dall’inizio dei Giochi 2024, Athletica Vaticana rilancia, ancora una volta, l’appello di Francesco per una tregua olimpica.
Amica e amico atleta,
a Tokyo, tre anni fa, il Comitato olimpico internazionale ha aggiunto la parola “Insieme – Communiter” al famoso motto olimpico “Più veloce, più in alto, più forte”: a Parigi, dunque, saranno Olimpiadi e Paralimpiadi con lo stile “Insieme”. Ci ha scritto Papa Francesco: «In questa prospettiva la parola-chiave per lo sport, oggi piu? che mai, e? “vicinanza”. E? il primo suggerimento che, come “allenatore del cuore”, propongo sempre ad Athletica Vaticana». Un suggerimento del nostro “coach” d’eccezione, Francesco, che volentieri fraternamente condividiamo: vicinanza!
Amica e amico atleta,
coraggio! Nessuno è solo nell’esperienza e nel gesto dello sport: accanto c’è sempre una squadra, una famiglia, una comunità. A Parigi ogni atleta olimpico sta per vivere il sogno che ha costruito fin da bambino: è la grande occasione che arriva – finalmente – dopo averla progettata, preparata, lungamente attesa. Un’opportunità da non sprecare, umanamente e sportivamente. C’è un altro suggerimento che “coach Francesco” propone sempre: anche al più alto livello, sì anche alle Olimpiadi, fa la differenza mantenere lo spirito “amateur” di gratuità, quello stile di semplicita? che mette freno alla ricerca smodata del denaro e del successo “a tutti i costi”. Con il rischio di travolgere tutto nel nome del profitto, facendo perdere la gioia che attrae fin da piccoli nella passione sportiva.
Amica e amico atleta,
con la bellezza e la lealtà del gesto sportivo di ciascuno e senza far mai ricorso scorciatoie – è sempre meglio una sconfitta pulita che una vittoria sporca – i Giochi possono essere opportunità di speranza, nelle piccole e nelle grandi questioni di ogni persona e dell’umanità.
Sì, le Olimpiadi e le Paralimpiadi possono essere strategie di pace e antidoto ai giochi di guerra. Per vincere, insieme, la medaglia della fraternità.
Con un abbraccio di amicizia sportiva e con gratitudine per le emozioni che vivremo!
Fraternamente,
Athletica Vaticana
- Foto in evidenza: C- Archivio Cammino