Francofonte. E’ stato ritrovato bruciato nella vicina Pedagaggi lo scuolabus comunale che nei giorni scorsi era stato rubato a Francofonte. Ma la cosa più inquietante è che sia stato probabilmente incendiato in concomitanza col tentato furto con spaccata all’ufficio postale di Pedagaggi, fatto sul quale chi indaga mantiene il massimo riservo.
Tanti elementi e sopralluoghi sono stati fatti, tutt’ora in corso dagli inquirenti, per risalire al più presto ai presunti autori. ”Chi ha commesso questo atto è contro tutti noi e lo dimostra il fatto che non hanno avuto nessuna considerazione di tantissime persone che utilizzano questo mezzo per un servizio di chi ha veramente bisogno. Dovete provare solo vergogna e siete dei criminali”. Questo è’ stato il commento delle tante mamme dopo aver saputo cosa era successo allo scuolabus comunale. Dai fatti di cronaca e sulle metodologie che usano le bande delle spaccate, purtroppo è ormai risaputo che c’è l’esigenza di avere a loro disposizione dei furgoni o dei pulmini dove caricare, sia per lo spazio del mezzo che per le capacità di supporto del peso, le casseforti rubate.
Elemento che fa pensare lo scopo del furto. Parole di amarezza sono state espresse dalla dirigente scolastica Teresa Ferlito del II° i.c. Dante di Francofonte, dal corpo docente dell’istituto comprensivo, al comitato genitori, dall’amministrazione comunale e dal sindaco Daniele Lentini. “Le ricerche del mezzo sottratto dal luogo dov’era parcheggiato sono state denunziate subito e altrettanto si è avviata la macchina delle ricerche – ha fatto sapere l’assessore comunale alla pubblica istruzione Vanessa Impeduglia-. Coinvolgendo Carbinieri e Polizia locale. L’epilogo è stato quello che non avremmo voluto avere. Lo scuolabus viene utilizzato durante l’anno scolastico per trasportare i piccoli studenti del II istituto Comprensivo Dante Alighieri della città nei vari plessi scolastici.
Quando in Comune è arrivata la notizia del furto in molti stentavano a crederci. A chi poteva aver fatto gola un pulmino scolastico? Una domanda che si sono fatti in tanti. Si è trattato di un furto che più singolare non si può”.