8X1000 – UNITI NEL DONO
36.a “Giornata nazionale di sensibilizzazione per il sostentamento del clero”
Domenica ricorre la 36.a “Giornata nazionale di sensibilizzazione per il sostentamento del clero” ed anche nelle parrocchie della nostra arcidiocesi i sacerdoti ricorderanno questo appuntamento. Non è un dovere, ma verrebbe voglia di dire che è un piacere, nei limiti delle possibilità di ciascuno, effettuare una offerta – fiscalmente deducibile!- per il sostentamento del clero italiano. Potrebbe sembrare un paradosso parlare di piacere nell’offerta di denaro a favore dell’Istituto per il sostentamento del clero, ma se un attimino si riflette così è, perché il dovere morale di ogni credente si trasforma in piacere se è ben chiaro cosa fanno i nostri sacerdoti all’interno della comunità a cui sono preposti. Tutto si riassume in un solo sostantivo: dono! “I sacerdoti sono un dono di cui spesso non siamo consapevoli”, scrive Massimo Monzio Compagnoni, responsabile del servizio Promozione per il sostegno economico alla Chiesa cattolica ed il perché è presto detto: sono al servizio dei fedeli e di chi è nel bisogno in parrocchia, nelle comunità di accoglienza, nelle carceri, negli ospedali, nelle strutture istruttive, tutti i giorni. “I sacerdoti – aggiunge Monzio Compagnoni – sono chiamati a spendersi interamente per le comunità loro affidate, e lo fanno ogni giorno in modo silenzioso e bellissimo. Per noi fedeli l’unico onere è quello di prenderci cura di loro e permettere loro di poter svolgere la propria missione sostenendoli anche economicamente. Le offerte deducibili sono lo strumento per garantire il loro sostentamento e la testimonianza della propria corresponsabilità alla vita della Chiesa. Basta un ’offerta una volta l’anno, anche piccola, per essere veramente parte di questa famiglia”.
Purtroppo, i dati statistici dicono che questa sensibilità collettiva è lungi dall’essere stata recepita a livello comunitario: le offerte dei fedeli, raccolte nel corso delle celebrazioni domenicali, da sole non bastano a coprire le sempre più crescenti spese che rendono problematica la quadratura dei bilanci parrocchiali. “Nate come strumento per dare alle comunità più piccole gli stessi mezzi di quelle più popolose, le offerte per i sacerdoti sono diverse da tutte le altre forme di contributo a favore della Chiesa cattolica in quanto espressamente destinate al sostentamento dei preti al servizio delle 226 diocesi italiane; tra questi figurano anche 300 preti diocesani impegnati in missioni nei Paesi in via disviluppo e 2.5 52 sacerdoti ormai anziani o malati, dopo una vita spesa al servizio de gli altri e del Vangelo.
L’importo complessivo delle offerte nel 2023 si è attestato appena sotto gli 8,4 milioni di euro in linea con il 2022 . È una cifra ancora molto lontana dal fabbisogno complessivo annuo , che ammonta a 51 6 7 milioni di euro lordi, necessario a garantire a i circa 32.000 sacerdoti una remunerazione intorno ai mille euro mensili per 12 mesi”, sottolinea Monzio Compagnoni.
Per gli amanti della statistica, nel 1989 -primo anno di offerte deducibili- le offerte superarono i tredici milioni di euro con 105.714 donazioni fatte da 98367 fedeli pari ad una media pro capite di 125 euro; il picco è stato raggiunto nel 1992 con 23 milioni e mezzo di euro 211.138 donazioni fatte da 168.051 fedeli. Poi una lenta ma inarrestabile regressione, anno su anno: l’anno peggiore il 2019 con appena 7,8 milioni di euro raccolti a cui ha fatto seguito una piccola e progressiva crescita negli anni successivi; il 2023 si è chiuso con una raccolta di 8,4 milioni di euro frutto di 117.218 donazioni eseguite da 72.836 fedeli pari ad una media pro capite di 72 euro. Consapevolezza del valore del sacerdote, di ogni sacerdote, è il presupposto senza il quale scatta l’input, vorremmo dire l’esigenza e dunque il piacere, della donazione. Facciamocela venire, la consapevolezza, anche incalzando e compulsando i nostri sacerdoti: verrà anche il piacere del dono, anche piccolo, che scaturisce dalla gioia di donare perché davvero, se si vuole e ci si crede, “si può fare di più”, a volerla buttare a battuta.
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