La Messa di suffragio, celebrata dal parroco don Massimo Di Natale nella chiesa di San Tommaso apostolo al Pantheon, è stata l’occasione giusta per ricordare un grande personaggio della Siracusa della seconda metà del secolo scorso: mons. Giuseppe Caracciolo, per tutti padre Pippo.
Alla celebrazione erano presenti i familiari, la Deputazione della Cappella di Santa Lucia con il suo presidente avvocato Pucci Piccione, la responsabile delle portatrici Cettina Oliveri, qualche ex alunno del Nautico che lo aveva avuto come professore, l’ex maestro di Cappella Benedetto Ghiurmino (per alcuni decenni accanto a don Pippo) e numerosi altri siracusani che hanno voluto rendere omaggio a un sacerdote che, sempre con innata signorilità, riusciva, come assistente ecclesiastico e tesoriere della Deputazione di Santa Lucia, come dirigente sportivo dell’Hockey Pattinaggio ad affrontare e risolvere i problemi più svariati, senza mai dimenticare, neppure per un attimo, di essere sempre e soprattutto in ascolto per scoprire i disegni di Dio.
I suoi articoli per il periodico “Con Lucia a Cristo ”, che aveva voluto e che ancora oggi molte famiglie conservano gelosamente, erano sempre magistrali, perchè riusciva a far comprendere, con parole semplici ed incisive, mai scontate, l’importanza identitaria di Santa Lucia per Siracusa e l’importanza del Messaggio della nostra Patrona in tutto il mondo.
All’inizio della celebrazione hanno preso la parola il nipote, avvocato Marco Caracciolo e l’avvocato Pucci Piccione mentre don Massimo Di Natale durante l’omelia ha tratto spunto dal brano del Vangelo di Luca, dall’episodio della guarigione del cieco di Gerico, che incontra il Signore Gesù per evidenziare il servizio di padre Pippo nella Chiesa siracusana, tra l’altro nella deputazione a Santa Lucia e come sacerdote, strumento prezioso per consolare quanti chiedevano il dono della vista fisica e ministro mite per chi aveva bisogno della luce della fede.
Amava visceralmente la sua Ortigia, di cui conosceva ogni angolo recondito e conosceva pressoché tutti gli abitanti di un quartiere un tempo vivo e vitale, pieno di bambini e di residenti.