Titolo della settimana: Breakfast club 1985 di John Hughes.

Il 15 febbraio Breakfast club ha compiuto 40anni, commedia, dramma? Cinema! Il secchione Bryan, lo sportivo Andy, la pop girl Claire, la strana e timida Allison e il ribelle Bender, cinque tipologie di ragazzi che rappresentano, universalmente, i giovani degli anni 80, ossia la nuova generazione dell’american Dreams pronti a raccogliere il testimone di quella precedente. I cinque si trovano costretti a passare il sabato a scuola, per riflettere sulle loro mancanze, sotto lo sguardo severo del preside Vernon, che assegna loro un tema: ” Chi sono io”. La pellicola si svolge nell’unità di luogo rappresentata dalla biblioteca.

Breakfast è un confronto tra generazioni, tema affrontato da tante grandi firme, ultimo tra tutti, Paul Thomas Anderson con il meraviglioso Licorice Pizza, già recensito. Esistono due categorie di film cult, quelli emersi e quelli sommersi, Breakfast fa parte dei secondi, quelli che padre tempo ne stabilisce il peso specifico, perché Breakfast club non appartiene ad una sola generazione, ma vi si possono riconoscere tutti quelli che hanno avuto 18 anni in qualsiasi tempo e latitudine. Di Gran lunga il miglior prodotto del cosiddetto Brat pack, gruppo di attori e attrici USA che negli anni 80 divennero famosi per i film a tematica adolescenziale, spesso diretti da John Hughes, maestro in questo genere, che in Breakfast si ritaglia il ruolo di padre di Bryan, gli altri personaggi di contorno che non si dimenticano sono, il preside Vernon e il bidello rock Carl. Altra trave portante del film, la colonna sonora dominata dai Simple Minds con la celebre Don’t you, poi Come we are not shore di Karla De Vito e Fire in the Twilight dei Wang Chung, che creano un’atmosfera unica e sottolineano i momenti chiave. Hughes, in quel 1985, non sa che racconta dei genitori dei ragazzi vittime a Seattle, Goteborg e Genova, e quella scuola del 1985, la Shermer High Scholl, rimarrà sempre un luogo dove sentirsi al sicuro. Dal 2016 Breakfast club è conservato nella Biblioteca del Congresso USA.

Assolutamente consigliato, buona visione.

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