Elio Petri e il nostro Salvo Randone scrivono un pezzo di storia immortale

Titolo della settimana: I giorni contati di Elio Petri 1962.

Elio Petri: “Il mio è una protesta contro l’ossessione della vita moderna, dove tutti hanno fretta, corrono, ma verso cosa? A una triste vecchiaia per ciò che si è sacrificato e perduto”.

Uno stagnino 53enne, Cesare, assiste per caso, su un tram, tornando dal lavoro, alla morte di un coetaneo, da questo momento la sua vita cambia radicalmente. Vivendo nella paura di avere i giorni contati lascia il lavoro e cerca di rimettere ordine alla propria esistenza, risvegliando in lui la voglia di vivere visitare posti nuovi, conoscere altra gente e recuperare l’amore perduto, prima che sia troppo tardi, ma è una “fuga” senza speranza. Dopo l’ottimo esordio con L’assassino, 1961, Petri gira un film insolito nel nostro panorama, un atto d’accusa contro il sistema capitalistico che stritola l’individuo, che avrà il suo apice negli anni 70, allargando il discorso alla sfera politica e lavorativa.

I giorni contati è il film più sentito e personale del regista, scritto con Carlo Romano e Tonino Guerra, ispirato alla figura del padre, stagnino romano, chiaro riferimento autobiografico, che trova nel siracusano Salvo Randone uno dei suoi pretoriani prediletti, insieme a Mastroianni e Volonté, l’attore perfetto per questo ruolo, che porta di diritto l’artista siracusano a sedersi alla tavola con i grandi attori del cinema mondiale.

Una maschera tragica e Allo stesso tempo umana, che ci trascina in una partita a scacchi con la morte, degna di capolavori Bergmaniani quali Il posto delle fragole o Il settimo sigillo. Petri impone uno stile innovativo che si allontana dal neorealismo e volge lo sguardo alla Nouvelle Vogue francese e al nuovo cinema europeo nel suo insieme, con macchina a mano, campi e controcampi per seguire minuto per minuto l’odissea di Cesare. Nonostante il tema forte il film si lascia seguire, appassiona e corre veloce, Petri non si fa mancare nulla, nemmeno nemmeno geniali momento di humor che rimandano alla tradizione della commedia italiana. Splendida la fotografia in  bianco e nero di Ennio Guarnieri. In piccole parti sono riconoscibili Lando Buzzanca, Vittorio Caprioli, Paolo Ferie Virginia Bianchi.

Finale aperto e quasi profetico per un gigante della cultura italiana mai completamente riconosciuto nella sua grandezza, Salvo Randone nonostante diversi tentativi e interventi autorevoli per avere un sussidio per una vita spesa per il teatro, la televisione e il cinema morì in ristrettezze economiche, costretto a lavorare sino alla fine dei suoi giorni. I giorni contati, tutti i film di Elio Petri e Salvo Randone sono pilastri della nostra cultura da far vedere nelle scuole.

Buona visione

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