“Vedere gli agrumeti ridotti in questo stato è davvero straziante.” Queste le parole di un produttore di contrada Passaneto che descrive il drammatico impatto degli sbalzi climatici delle ultime settimane. Le forti variazioni di temperatura, unite a precipitazioni intense e repentini innalzamenti termici, hanno provocato la caduta prematura dei frutti dagli alberi. In queste ore, gli agrumeti di Francofonte sono ricoperti da un tappeto di arance rosse, schiacciate sulla terra, a causa di una cascola anomala. La pioggia iniziale, seguita da un caldo improvviso, ha favorito un aumento dell’umidità, creando condizioni ideali per la formazione di muffa sul peduncolo, che ha causato la caduta dei frutti.
Nonostante molti produttori locali abbiano preso tempestivamente delle precauzioni, la situazione è ormai fuori controllo. “Tutti i nostri sforzi sono stati vani”, lamenta il proprietario di un terreno in contrada San Giovanni. “Ogni anno speriamo di riuscire almeno a coprire le spese, ma ci ritroviamo a fare i conti con un clima che rende ancora più difficile la situazione del nostro settore”. A preoccupare ulteriormente è la possibilità che, di fronte alla necessità urgente di vendere, alcuni produttori siano costretti a cedere a pratiche speculative, potenzialmente dannose per l’intero mercato. Secondo le stime di alcuni operatori del settore, circa il 70% della produzione di arance locali è andata persa.
In un periodo in cui di solito i prezzi tendono a salire, centinaia di miglia di chili di frutta sono ormai a terra e inutilizzabili. I sindacati di categoria sollevano preoccupazioni circa il rischio di manovre speculatorie sul mercato. “Il prezzo attuale delle arance è troppo basso, e la quantità di frutti rimasti sugli alberi è minima”, spiegano altri agricoltori. “Così non riusciamo nemmeno a coprire le spese per la produzione dell’anno prossimo. Le arance rimaste non possono restare sugli alberi per molto, sono già mature e destinate al deterioramento”.”
In questo contesto di crescente disagio, gli operatori chiedono un maggiore sostegno da parte delle istituzioni locali, affinché vengano adottate politiche protezionistiche a tutela del prodotto tipico del territorio. In un momento di grande sofferenza, è fondamentale garantire un futuro più stabile e sicuro per la produzione agricola locale, per evitare che la situazione diventi insostenibile per i produttori.