Interessante convegno sul conflitto tra Israele e Palestina
Si è svolto il 17 marzo presso il salone delle cantine Pupillo gremito all’inverosimile, a Siracusa, un importante convegno, il primo di una serie di cinque incontri organizzati dal prof. Salvatore Adorno, per un ciclo intitolato “Cinque incontri sul mondo che cambia” dove la ricerca storica è vista come strumento di dialogo e confronto, avente per oggetto “ il conflitto israelo-palestinese”. Relatore principale dell’evento il prof. Arturo Marzano, dell’università di Pisa, storico, esperto dell’argomento ed autore di diverse pubblicazioni sul tema, in particolare del volume “Questa terra è nostra da sempre“. In questo saggio, pubblicato dall’editore Laterza, si propone di spiegare la complessità della situazione reale tra Israele e Palestina. Al tavolo dei relatori anche la prof.ssa Melania Nucifora, docente di storia contemporanea presso l’Università di Catania. L’incontro è stato introdotto da Adorno, ordinario di Storia contemporanea presso l’Università degli Studi di Catania, che ha illustrato con dovizia di particolari l’iniziativa, il perché dei temi scelti ed i relatori che si succederanno fino all’ultimo incontro, previsto per il 12 maggio. Ha poi chiarito che non ci sarebbe stata una successione di relazioni, ma un dialogo non formale, con domande e risposte, con l’obiettivo di ragionare superando gli schieramenti, senza posizioni politiche precostituite. Il prof. Marzano, con un eloquio sciolto ed una esposizione chiara e lineare, che ha più volte strappato l’applauso della platea, dopo aver brevemente accennato al ruolo della storia, ha parlato dell’origine del conflitto. Ma questo conflitto e ‘insanabile’ oppure è solo questione di tempo e la pace sarà a portata di mano? Alla fine dell’800 e agli inizi del ‘900 si palesò l’esigenza di trovare un equilibrio tra due grandi necessità: era possibile costituire due statalità in un unico territorio? Potevano avere entrambe una legittimità? La Palestina, che oggi conta 15 milioni di persone, all’epoca aveva all’incirca 300.000 abitanti e con occhi europei e occidentali erano considerati privi di diritti, arabi non civilizzati e quindi non meritevoli di quella terra. Questo colonialismo di fatto aveva la visione distorta di chi vede con intento politico senza valutare correttamente le risorse del territorio. Lo stato che non c’era(Palestina) era necessario che ci fosse. ll sionismo (inteso come autodeterminazione del popolo ebraico attraverso la riconquista della Palestina Storica) fu un colonialismo? Nell’800, permeato da cultura coloniale (Europa al centro del mondo), il sionismo ritiene che gli ebrei europei non vengano accettati essendo minoranza, volevano creare strutture alternative sul territorio. Gli inglesi (colonizzatori) sostennero il sionismo perchè l’interesse strategico inglese era di mantenere una presenza in Palestina, e scelsero “Israele” come interlocutore privilegiato.
I Palestinesi non riuscirono a costituire un sistema governativo e sociale stabile. Nel novembre del 1947 le Nazioni Unite decisero la divisione del territorio in due ma gli interessi dei contendenti erano diversi: gli ebrei volevano uno stato che li tutelasse (dopo la shoa), I palestinesi volevano una Palestina (intera) araba. Gli stati arabi intervennero, ma per fare l’interesse proprio e non quello dei palestinesi. Israele, con la guerra dei sei giorni, essendo più forte militarmente, si impossessò di Gaza ( che era egiziana), e attaccò Egitto, Siria e Giordania. Avere il controllo sulla Cisgiordania era fondamentale. Nel 1969 Yasser Arafat divenne capo dell’Organizzazione per la Liberazione della Palestina e si rivolse alla Nazioni Unite, che provarono ad avviare il processo di pace in Medio Oriente, e fu coniato lo slogan “terra in cambio di pace”. Ma quei territori, come dimostra la cronaca dei nostri tempi, sembrano destinati a non avere pace. Questi argomenti hanno destato l’interesse del pubblico presente, che ha seguito il convegno con attenzione e partecipazione.
Il prossimo incontro è previsto per lunedì 7 aprile, il tema sarà “La guerra tra Russia e Ucraina” affidato, quale relatrice principale, alla prof.ssa Simona Merlo, che insegna Storia contemporanea presso il Dipartimento di Filosofia, Comunicazione e Spettacolo dell’Università Roma Tre.