Nel corso del suo pontificato, Papa Francesco ha più volte incrociato il cammino delle ACLI, riconoscendone il ruolo prezioso nella vita sociale, culturale ed ecclesiale del nostro Paese. In un tempo segnato da crisi multiple – economiche, ambientali, sociali e spirituali – egli ha indicato con forza la via del “prendersi cura”, un invito che risuonava profondamente con la missione aclista.

Durante le udienze con le ACLI, Papa Francesco ha sempre sottolineato l’importanza di un’associazione capace di “stare nelle periferie”, che coniugasse “fede e giustizia sociale”, che non si chiudesse nel lamento ma si sporcasse le mani nella costruzione di un mondo più umano. Alle storiche fedeltà delle ACLI, Papa Francesco ha spesso affiancato un’esortazione che è diventata cifra distintiva del suo magistero: la fedeltà ai poveri. Essere fedeli ai poveri, per Papa Francesco, non era solo un’opera di carità, ma una scelta politica, culturale e spirituale. Significava stare dalla parte degli scartati, degli invisibili, di chi non ha voce. Riconoscere nei poveri non un problema da risolvere, ma una presenza da accogliere, un volto da incontrare, una chiamata evangelica da ascoltare.

Le ACLI, da sempre attente al mondo del lavoro, al welfare, alla formazione e all’inclusione sociale, ritrovarono in questo appello del Papa un mandato chiaro: stare accanto agli ultimi, non per compassione ma per giustizia. Il 1° giugno 2024, in occasione dell’80° anniversario delle ACLI, Papa Francesco accolse in udienza speciale oltre 6.000 aclisti provenienti da tutta Italia e dall’estero nell’Aula Paolo VI. In quell’incontro, che oggi assume un valore quasi testamentario, il Pontefice ribadì la centralità del lavoro come vocazione e dignità, l’urgenza della cura per i più fragili e l’importanza di un laicato impegnato, creativo e fedele al popolo. Invitò le ACLI a “continuare a camminare con il Vangelo in mano e i piedi nella strada”, segno di una Chiesa incarnata e prossima.

Oggi, nel ricordo riconoscente di Papa Francesco, le ACLI rinnovano il proprio impegno: con il cuore rivolto al Vangelo, con lo sguardo aperto al futuro e con una fedeltà concreta, quotidiana e coraggiosa ai poveri, che sono il volto più autentico del Cristo nella storia. La sua memoria resta viva come una luce gentile che continua a indicare la strada: quella di una Chiesa povera per i poveri, di una fraternità che si fa carne, di un mondo dove il lavoro, la giustizia e la pace non siano utopie ma diritti condivisi. Le ACLI di Siracusa lo ricordano con gratitudine e affetto, consapevoli che il suo magistero rimarrà per sempre una sorgente da cui attingere forza, visione e coraggio.

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