Ci sono notizie che mai si vorrebbero dare o commentare, specie il giorno della S. Pasqua. L’omicidio di sabato notte avvenuto a Francofonte appartiene di diritto a questa categoria di fatti che fanno male, a tutti. Nel merito specifico, toccherà all’autorità giudiziaria fare luce sull’accaduto e stabilire se si sia trattata dell’ennesima lite tra giovanissimi degenerata in tragedia. Il fatto è che questo genere di episodi, da nord a sud del nostro Paese, hanno ormai una cadenza che non può non generare allarme sociale. E’ un dato irrefutabile che sempre di più giovani e giovanissimi, nelle tasche di felpe o pantaloni, conservino un’arma da taglio. Non è una pistola, ma ferisce ed uccide come e più di un’arma da fuoco.

Si tratta di un fenomeno culturale e sociale sicuramente, ma ancor prima di ordine pubblico che lo Stato sovrano deve sempre tutelare. Non si può controllare singolarmente la popolazione, è ovvio, ma la detenzione di un’arma da taglio, anche se si tratta di un minorenne, dovrebbe essere sempre di più pesantemente sanzionata sotto il profilo penale. Basta? Ovviamente no, perché occorre andare alle radici di questa violenza sempre più diffusa tra i giovani per comprenderne le motivazioni ed individuare le modalità per fermarla, diminuirla, placarla.

Si può dire di tutto e dare la ‘colpa’ a ciò che pare e piace, il post covid, l’influenza dei social e via seguitando. Ma è in primis una crisi valoriale che va di pari passo con la crisi dell’educazione data dalle famiglie e, diciamolo con molta chiarezza, dalla lontananza di tanti giovani dalla fede, dalla Chiesa, dunque dai suoi insegnamenti e da suoi sacramenti. Ed alla fine, togli un insegnamento, irridine un altro, vanifica o annulla i valori della società fondata sulla famiglia, banalizza il sacro o -peggio ancora- mostra indifferenza ed il gioco è fatto. In una spirale perversa a mo’ di crescendo rossiniano la tappa finale è il nulla, l’esatto contrario di ciò che annunzia la chiesa la notte di Pasqua con la vittoria sulla morte di Gesù Cristo. E il nulla, si sa, genera il nulla.

I credenti non devono disperare e pregare sempre di più, la società -se questa accezione nel senso più ampio del termine ha ancora un senso- anche quello di non restare inerme a contare giovani ed assurde morti ma di aggredire e fermare questo satanico mostro che inghiotte le coscienze e le vite di tanti nostri ragazzi.   

Condividi: