AUGUSTA – Anche l’Arcidiocesi di Siracusa, come altre in Italia, ha celebrato il Giubileo del mondo del mare, sabato scorso, nella chiesa giubilare del Santuario Madonna Adonai a Brucoli. Con “giubileo del mondo del mare” si è voluto indicare la complessa realtà che ruota attorno alla vita di mare, delle navi commerciali e le petroliere, tra i porti Augusta e Siracusa, e quindi di chi ci lavora e ci vive, i marittimi. Il lavoro di persone, senza le quali non si realizzerebbero tanti scambi e trasferimenti di merci, lavoro che coinvolge sia chi è impegnato a bordo sia chi a terra assiste le navi ormeggiate. Il Giubileo è stato realizzato con la collaborazione del personale della Capitaneria di porto, l’autorità portuale, i piloti e gli ormeggiatori, i barcaioli, i rimorchiatori, le agenzie marittime e tutti quelli che operano e sono coinvolti nell’articolato settore marittimo e dei servizi connessi. La celebrazione eucaristica, preceduta da un breve pellegrinaggio, ha visto tra gli altri presenti il capitano  di vascello Tiziano Garrapa, capo di stato maggiore di Marisicilia, il capitano di vascello Domenico Santisi, comandante della capitaneria di porto di Augusta, il capitano di fregata Santi Caminiti, capo servizio sezione staccata Santa Panagia, il capitano di corvetta Michele D’Avino ed ancora l’assessore al porto del comune di Augusta Tania Patania, le associazioni di volontariato Stella Maris di Augusta e Siracusa, con i rispettivi presidenti cap. Claudio Russo ed Alessandra Salerno, la confraternita dei pescatori di Augusta e altri rappresentanti delle attività portuali di Augusta e Siracusa. A presiedere la liturgia eucaristica è stato monsignor Francesco Lomanto, arcivescovo di Siracusa, con il rettore del Santuario p. Palmiro Prisutto, il cappellano militare don Enrico Gaffuri, il cappellano p. Giuseppe Mazzotta per Stella Maris Augusta e p. Claudio Magro, cappellano Stella Maris Siracusa, e don Elia Cannavà. Desiderio dell’Arcivescovo, quindi, raggiungere i marittimi – sia imbarcati e/o temporaneamente a terra -, i loro familiari, i giovani ancora impegnati negli studi nautici. Nell’omelia l’Arcivescovo ha presentato la parabola del Padre misericordioso invitando a riscoprire il primato del rapporto con Dio, dell’essere figlio e della gioia di stare nella casa del Signore. Ai naviganti, marittimi e gente del mare ha ricordato l’importanza del vivere alla presenza di Dio, nella comunità di origine, ed i familiari, per superare durante i lunghi periodi trascorsi sulle navi i disagi della lontananza degli affetti e dei limiti di spazio e di tempo; ha anche ricordato come poter lucrare l’indulgenza e invocato Maria Stella del mare affidandole le richieste di preghiera di tutte le autorità marittime, pescatori, associazioni, organizzazioni, agenzie, lavoratori, operatori portuali e volontari.

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