Su chi sono posati oggi gli occhi di santa Lucia? «Sui giovani. Santa Lucia guarda i giovani, perché sono quelli più smarriti in questa società dove presentiamo dei modelli che ci sembrano di progresso ma forse non lo sono. Uno dei responsabili degli studenti dell’Università di Perugia un giorno, incontrandomi, mi disse: “Voi adulti non avete capito una cosa: che noi giovani siamo come tante voci che hanno bisogno di mani che ci raccolgano. Voi istituzioni siete distanti da noi e così andiamo tutti dispersi”. Ecco, io chiedo a santa Lucia, lei giovane, che ponga il suo sguardo sui giovani, in modo che possano guardare lontano, possano guardare le cose belle. Voglio pregare santa Lucia perché nessuno deluda i sogni belli dei nostri ragazzi». Il cardinale Gualtiero Bassetti risponde così alla sollecitazione del nostro direttore, Orazio Mezzio, prima della Messa solenne per i festeggiamenti per Santa Lucia a Siracusa, il 13 dicembre scorso, che il presidente della Conferenza Episcopale Italiana ha presieduto con l’arcivescovo Salvatore Pappalardo. Bassetti, con Lucia, guarda ai giovani. Perché il futuro del Paese, della società sta proprio nella capacità degli adulti di dare speranza e un avvenire alle nuove generazioni. Non c’è domani senza giovani. E lo sa bene l’arcivescovo di Perugia-Città della Pieve arrivando in una terra dove l’emigrazione giovanile la sta svuotando di senso. Una attenzione su cui torna nell’omelia. «Il primo elemento che traggo dalla biografia di Lucia – ha affermato il cardinale – è proprio la sua giovane età. Dalla tradizione sappiamo che sin dall’adolescenza si era consacrata a Cristo. Proprio questa fede giovanile, fresca e totale, le consentirà di non cambiare idea di fronte alle lusinghe e alle minacce di morte. Lucia, con il suo candore giovanile, diventa per noi modello, esempio, testimone».

Lucia giovane, modello di fede. E quindi luce che illumina la strada. «Fratelli, sappiamo illuminare il mondo con questa luce calda, fatta di verità e di misericordia? Senza questo sguardo luminoso sugli altri e sul mondo – ha continuato Bassetti – si rischia di perdere la fiducia e anche la Chiesa diventa stanca e triste. La luce degli occhi di Lucia ispiri anche a noi uno sguardo profondo, che sappia riconoscere i segni che Dio dissemina ovunque, nella storia personale, ecclesiale e civile. Lucia ci invita a guardare in grande e a guardare lontano, al di là dei piccoli o gravi problemi della nostra vita quotidiana, a fissare il vasto orizzonte del mare per immergerci nelle necessità dei fratelli che ci camminano accanto, e ci apre alle speranze di quelli che vengono da terre lontane».

Santa Lucia è vissuta a Siracusa oltre 17 secoli fa, «ma la sua storia umana e religiosa parla ancora a noi cristiani di oggi». Parla a noi, cittadini di oggi. In più occasioni il cardinale, di fronte al vuoto che si avverte a livello politico e sociale, ha richiamato all’impegno e alla responsabilità dei cattolici. Sottolineando il valore della testimonianza, come fece il sindaco “santo” Giorgio La Pira. «I santi – ha osservato – ci aiutino a rileggere le nostre città non più come luoghi chiusi e destinati a morire, ma come luoghi con una vocazione grande. L’autorità, che sia religiosa o civile, non è un potere che ho sugli altri ma un’autorità che esercito nel nome di Dio o della Costituzione italiana. È un compito che ho di servire e custodire il bene comune. La Pira diceva che se ci sono dei disoccupati, se ci sono famiglie che non hanno un tetto io non posso dormire tranquillamente la notte, ma devo fare tutto quello che è possibile. Siamo tutti a servizio del bene comune, dobbiamo avere il coraggio di costruire la città dell’amore». Guardando al futuro di quei giovani su cui Lucia pone il suo sguardo illuminato.

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