Da vecchio collaboratore di “Cammino”, nell’imminenza della festa di san Francesco di Sales patrono dei giornalisti, propongo ai lettori del nostro settimanale un breve confronto su alcune riflessioni che riguardano il ruolo dei laici cattolici nei nuovi percorsi giornalistici, tra le realtà professionali della comunicazione sociale.

Bisogna, a mio parere, recuperare nel nostro territorio ritardi accumulati sui grandi temi della cultura e della comunicazione. Non solo recuperare ritardi ma anche indifferenze croniche e indolenze stratificate. Occorrono effettivi segnali di risveglio affinché i nostri media cattolici possano diventare effettivi “punti di partenza” nella società siracusana sempre più pluralistica, per una opportunità d’identità religiosa-sociale e di vera evangelizzazione. All’interno delle nostre realtà ecclesiali, in particolare, occorre scoprire nuovi talenti tra persone veramente motivate e competenti che sappiano affrontare le coinvolgenti sfide della comunicazione, senza indulgere alla chiacchiera superficiale e inutile.

C’è bisogno però di messaggi molto appropriati e chiari che aiutino a uscire dalle dilaganti e babeliche confusioni opinionali, che aiutino concretamente la gente nella vita. La comunicazione è, infatti, diventata come l’anima che dà forma alla cultura del nostro tempo e assume un ruolo sempre più importante pure a Siracusa.

Ma, nella nostra diocesi come altrove, occorrono finalmente meno parole e più fatti. Occorrono veri cattolici con fantasia creativa, svegli, audaci, capaci di lavorare con sacrificio anziché con l’ordinaria mollezza o la silenziosa vigliaccheria della mediocrità. In quasi trentasette anni di storia giornalistica, “Cammino” ha immesso nel mondo della comunicazione tanti operatori capaci di vivere a pieno i nostri tempi, sempre più vorticosi e inquieti. Ma adesso l’alta e rumorosa onda mediatica di inizio ventennio Duemila pone tutti crudamente dinnanzi ad un bivio: nuova barbarie o nuovo umanesimo cristiano. Le nuove tecnologie (comprese quelle che stiamo telematicamente sperimentando con www.camminosiracusa.it) possono far vivere da protagonisti i prossimi appuntamenti con la storia del nostro territorio, senza timori ma con entusiasmo e maturità.

Riparte, quindi, dalla nostra redazione un messaggio di coerente speranza, un utilizzo articolato e intelligente dei media sempre più al passo con i tempi nuovi dell’Uomo. Si riavvia un loro uso in coraggiosa e libera controtendenza, considerata la presenza minoritaria del pensiero autenticamente cattolico nell’attuale contesto sociale.

Saremo giornalisti cattolici capaci di ascoltare, pronti a parlare? Lo scrittore gesuita Anthony De Mello (1931-1987) affermava che spesso la vita è quella cosa che ci accade mentre ce ne stiamo addormentati aspettando che qualcosa succeda. Per noi il suo non è solo un invito, è un grido, “Svegliatevi!”, per prendere in mano gli aspetti migliori della vita e del giornalismo.

 

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