Si possono unire le due anime dell’uomo, quella che guarda al profitto e quella che guarda ai più deboli?

Nel Sud Est profondo della Sicilia sembra di sì.

Infatti tra queste terre di stupendo fulgore ma economicamente, spesso, disastrate, si fa strada, silenziosamente, una realtà unica nel suo genere che è la Fondazione di Comunità Val di Noto.

Le Diocesi di Siracusa e Noto insieme a diversi soggetti come la Banca Etica e l’Istituto di Gestalt therapy e vari enti onlus e cooperative sociali hanno fondato nel febbraio del 2014 la “Fondazione di Comunità Val di Noto” che nasce come atto d’amore per il territorio ma soprattutto per i suoi abitanti e tra questi, massimamente, per i più fragili.

Se si pensa alle Fondazioni, non si può fare a meno di andare alla Finanza visto che esse sono degli Enti fondati da una o più persone che destinano un patrimonio a uno scopo.  Ma quella del Val di Noto è una “Fondazione di comunità” che è cosa diversa, questa poi è differente anche rispetto alle altre fondazioni di comunità.

Le Fondazioni di Comunità nascono a Cleveland, in Ohio, USA, nel 1914 ma affondano le radici nel Medioevo europeo, basti pensare alle varie “opere di carità” italiane. Ad oggi ve ne sono 1800 nel mondo, 680 in Europa e 37 in Italia. In Italia arrivano intorno agli anni ’60 su impulso di alcuni enti bancari e nel 2006 nasce la Fondazione con il Sud che si occupa di promuovere il Meridione d’Italia. Queste Fondazioni hanno la caratteristica di essere proiettate al miglioramento del tessuto sociale e alla promozione del territorio attraverso azioni volte al benessere della comunità che abitano quel territorio.

In quest’ottica si inserisce la Fondazione di Comunità Val di Noto che costituisce un “Unicum” anche tra le stesse Fondazioni di Comunità italiane, prima di tutto perché coniuga le due modalità di azione delle fondazioni: quella strettamente operativa – la operating foundation –  che lavora con le proprie forze e la fondazione di erogazione – grantmaking foundation – che finanzia altri soggetti che dimostrano di avere la stessa finalità. Inoltre la Fondazione di Comunità Val di Noto fonde in sé le due anime del volontariato italiano: quella di ispirazione cattolica e quella laica.

I numeri della Fondazione di Comunità Val di Noto sono da far girare la testa: più di 95 progetti finanziati, un centinaio di enti coinvolti tra associazioni, scuole, parrocchie, Caritas diocesane, cooperative, l’erogazione di più di 2 milioni di euro per finanziare gli interventi, il coinvolgimento di centinaia tra operatori e volontari. I progetti hanno avuto una ricaduta su diversi luoghi del territorio delle Diocesi di Siracusa e Noto: Scicli, Modica, Augusta, Lentini per citarne alcuni, con azioni diverse e molteplici come lo scouting per i detenuti, progetti di inclusione sociale, collaborazione con le scuole per l’alternanza scuola-lavoro, l’incubatore di nuove imprese ”Eureka”.

Incontriamo il presidente della Fondazione, l’avvocato Giovanni Grasso, siracusano, esperto di diritto di diritto privato del Terzo settore.

Perché nasce la Fondazione di Comunità Val di Noto?

La Fondazione di Comunità Val di Noto nasce per due motivi principali: la necessità di ottimizzare i fondi dell’8 per mille con una attenta selezione dei progetti e una severa valutazione d’impatto. Per creare strutture con professionisti che seguissero i progetti, ma il motivo preponderante è che si voleva creare una struttura che, professionalmente, potesse attrarre nuovi fondi perché pian piano assistiamo a una contrazione dei fondi dell’8 per mille ed è necessario ricercare nuove fonti alternative di finanziamento. Inoltre la contrazione dell’8 per mille dà poco margine per nuove realtà quindi il numero di progetti rimaneva sempre lo stesso e non c’era possibilità di sperimentazione.

Questo utilizzo dei fondi dell’8 per mille che diventano trampolino per creare nuovi modi per finanziare i progetti contrasta la malevola e falsa vulgata secondo cui quei fondi vengano spesso sprecati.

Come nasce la Fondazione Val di Noto?

La Fondazione Val di Noto nasce da un bando lanciato dalla Fondazione con il Sud per creare Fondazioni di Comunità nel Meridione che si occupassero di welfare di comunità grazie al quale nascono diverse realtà tra la Campania e la Sicilia.

La Fondazione di Comunità Val di Noto è però un esperimento unico in Italia tra le Fondazioni di Comunità perché unisce le due anime del volontariato incarnate nelle Diocesi, nel mondo delle cooperative cattoliche e nel volontariato laico.

Un esperimento visto talora con sospetto che invece si è dimostrato un circuito virtuoso che sostituisce l’azione di sviluppo che nel Settentrione d’Italia compete principalmente alle imprese, tanto da costituire un “case study” , ossia un caso di successo da studiare perché ci si è resi conto che nel Sud, visto che l’imprenditoria arranca a causa della crisi economica, le Diocesi sono tra i pochi soggetti che possono supportare progettazioni complesse di sviluppo sostenibile  che diventano vere e proprie agenzie di sviluppo umano.

Quali sono i benefici che derivano dalla Fondazione di Comunità Val di Noto?

Il presidente della Fondazione per il Sud, Carlo Borgomeo, è solito dire che l’idea di fondo della Fondazione è scandalosa perché l’aiuto segue l’azione e con la nostra Fondazione questo è successo sin dalla sua creazione. Infatti per creare la Fondazione Val di Noto il capitale iniziale è stato versato dai fondatori e successivamente raddoppiato dalla Fondazione per il Sud che però vincola l’azione ad un minimo di 10 anni, questo perché l’intera progettazione abbia un raggio a lungo termine. Una parte del capitale viene patrimonializzata ma con un’altra si supportano i progetti.

Con la creazione della Fondazione Val di Noto abbiamo portato nelle Diocesi di Siracusa e Noto, quindi nell’intera provincia di Siracusa e in una parte di quella di Ragusa, fondi che contrastano la diminuzione dei fondi dell’8 per mille e implementato la sperimentazione di progetti innovativi che seguono le quattro direttrici del welfare di comunità, della coesione sociale, dell’economia solidale e del lavoro.

Siamo orgogliosi di tutti i nostri progetti che ad oggi sono più di 95 perché dietro ognuno di essi ci sono persone splendide che lavorano con grande professionalità e con un grandissimo cuore. Aiutare umanamente ma anche professionalmente detenuti, madri con difficoltà, immigrati, studenti, minori creando condizioni di vita più umane ma anche producendo reddito dà dignità alle persone stesse ma anche al lavoro della Fondazione che non ha un fine specifico se non quello di migliorare il territorio.

Abbiamo anche creato l’incubatore “Eureka” con cui finanziare start up di giovani che cercano di rimanere nella nostra splendida terra creando lavoro per fare emergere i talenti che producono oggetti, enogastronomia, lavorano la terra arricchendo il nostro tessuto sociale. Il nostro spin-off Proodo si occupa di turismo in una città in cui il turismo è una linea di sviluppo prioritaria gestendo con altri partners l’Artemision di Siracusa.

E per il futuro?

Adesso si vede un cambiamento anche da parte degli attori economici che dapprima hanno guardato con curiosità, poi hanno supportato con le professionalità e adesso chiedono di compartecipare a nuovi progetti.

La Fondazione ha reso possibile ottimizzare i finanziamenti con una rendicontazione puntuale e con una distribuzione attenta dei fondi e diversificando le azioni. Così facendo attrae nuovi finanziamenti.

Vogliamo dimostrare di saper fare le cose e di non sperperare tramite strumenti di finanza d’impatto con un approccio professionale per valorizzare i nostri talenti e lasciare un segno.

 

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