E’ un’emergenza non più rinviabile e meno che mai sottovalutabile: la continua aggressione della criminalità, spicciola, organizzata, mafiosa e non, poco importa, alla proprietà privata nel vasto territorio agrumetato della zona nord della provincia; è una di quelle cose che, topicamente oseremmo dire, dimostra come la presenza dello Stato, quando viene meno o si affievolisce, rende la convivenza dei cittadini certamente difficile e problematica. Senza girare tRoppo attorno alle parole, il duplice omicidio di contrada Xirumi ed il ferimento di una terza persona ad opera di un guardiano di agrumeti è la prova, drammaticamente, provata. Da anni le associazioni di categoria degli agricoltori delle province di Siracusa e Catania denunziano l’intollerabile anarchia che si registra ai danni di chi in campagna coltiva la qualunque cosa: squadre di ladruncoli che, di giorno o di notte, fanno razzia di tonnellate e tonnellate di frutta che pende dagli alberi o di ortaggi pronti per essere raccolti, frutta ed ortaggi che poi vengono venduti alla spicciolata agli angoli delle strade dei nostri centri da improvvisati venditori ambulanti, troppo spesso tollerati dalla autorità annonarie comunali in nome di una non meglio precisata economia di ‘emergenza’. Le forze di polizia, sempre alle prese con scarsità di uomini e mezzi, fanno un egregio lavoro ma vigilare centinaia di chilometri quadrati di appezzamenti produttivi è impresa quasi impossibile, per il resto c’è il codice di rito che mette tutto a posto, si fa per dire ovviamente… Poi capita, perché è nella logica delle cose, l’ineludibile e la vita di quattro persone e delle rispettive famiglie, in un verso o nell’altro, viene drammaticamente cambiata, stravolta. Senza voler entrare minimamente nel merito della specifica vicenda, in quanto compito dell’autorità giudiziaria, i fatti di Xirumi all’opinione pubblica ma soprattutto a chi ci amministra e ci rappresenta qualcosa la devono comunque insegnare: è ora di ritornare al rispetto delle regole, perché se è impossibile fermare tutti i ladri di arance piuttosto che di broccoli, è altrettanto vero che in ogni comune è possibile rendere la vita difficile agli ambulanti improvvisati a cui dovrebbe essere chiesto conto della provenienza della merce che vendono. Certamente, anche qui occorro uomini e mezzi ma soprattutto una volontà chiara. Ma di deroga in deroga, di tolleranza in tolleranza, si finisce per morire non solo metaforicamente. Ed allora il “ne cives ad arma ruant (affinché i cittadini non vengono alle armi)” rimbomba in testa e fa pensare di essere cittadini di uno Stato che ai suoi consociati pensa meno di quanto dovrebbe, per la sciatteria di un legislatore che si riempie la bocca di ‘legalità’ ma che nei fatti spiccioli la legalità neanche la considera un bene da far prevalere e rispettare.

Condividi: