Mattarella a Papa Francesco:“Nella pandemia è pressante il suo invito a riscoprire collaborazione, solidarietà e attenzione ai più vulnerabili”.

“A nome del popolo italiano desidero unirmi a quanti, nel mondo intero e nella Chiesa universale, desiderano farle giungere oggi le più sincere espressioni di affetto e vicinanza in occasione del VII anniversario dell’inizio solenne del Pontificato. Tale ricorrenza coincide quest’anno con un periodo di speciale prova per la diffusione globale del coronavirus Covid-19. In un contesto drammaticamente segnato dalla pandemia la comunità internazionale trova nella Sua illuminante missione pastorale e nella Sua viva e paterna testimonianza dei più alti valori evangelici un pressante invito a riscoprire le ragioni della collaborazione e della solidarietà tra gli Stati e tra i popoli, in adesione all’esigente messaggio di attenzione ai più vulnerabili che Vostra Santità propone con instancabile determinazione all’umanità tutta”. Lo ha scritto oggi  il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, nel messaggio che ha inviato a Papa Francesco per il VII anniversario di Pontificato.

Già ieri Papa Francesco, nella messa mattutina a Santa Marta, ha pregato per tutti i malati ed i morti di coronavirus. Nel mondo sono 7.954 i decessi registrati a causa del Covid-19; 2.503 di queste morti sono avvenute in Italia, come riferito dall’ultimo bollettino della Protezione Civile. Una strage che sembra non frenarsi.
Papa Bergoglio inoltre ha dedicato una particolare riflessione a gli operatori sanitari, medici, infermieri e oss che “hanno donato la vita nel servizio agli ammalati” e prega il Signore perché «con la sua mano» fermi l’epidemia.
La celebrazione si  è svolta nella cappellina della Domus vaticana, in assenza di fedeli ed in diretta streaming.  Papa Bergoglio dimostra così la sua vicinanza ai fedeli, non lasciandoli soli.
Nell’omelia, ricorda che Dio è sempre vicino a noi e in questo momento difficile ci chiede di essere vicini gli uni agli altri.
Così esprime conforto ai fedeli:
“Il nostro Dio è il Dio della vicinanza, è un Dio vicino, che cammina con il suo popolo. Quell’immagine nel deserto, nell’Esodo: la nube e la colonna di fuoco per proteggere il popolo: cammina con il suo popolo. Non è un Dio che lascia le prescrizioni scritte e dice: “Vai avanti”. Fa le prescrizioni, le scrive con le proprie mani sulla pietra, le dà a Mosè, le consegna a Mosè, ma non lascia le prescrizioni e se ne va: cammina, è vicino. “Quale nazione ha un Dio così vicino?”. È la vicinanza. Il nostro è un Dio della vicinanza.”
Ed esorta ancora i fedeli, in un’intervista a La Repubblica: «Anche se non possiamo avvicinarci fisicamente per paura del contagio, risvegliamo atteggiamenti di vicinanza».
Papa Francesco ci invita a riflettere sulla concretezza dei piccoli gesti: una carezza, una parola di solidarietà, un abbraccio di conforto. Una cena in famiglia, trascorrere un momento insieme ai propri cari. Cose che ormai molti di noi avevano dimenticato, trascinati dalla frenesia della quotidianità. Ed allora forse qualcuno ci ha bloccati per invitarci a riscoprire gli affetti genuini, le esigenze autentiche, ciò che veramente conta.
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