Dopo il lockdown pare sia arrivato il tempo della ripartenza. Forse, almeno stante le ultimissime notizie di nuovi focolai.

A dirla tutta, Cammino non si è mai fermato, continuando a svolgere il proprio doveroso servizio grazie all’edizione on line lanciata sul web nel dicembre dello scorso anno.

Adesso che possiamo ritornare in tipografia, non abbiamo dubitato sulla scelta di continuare a pubblicare su carta il frutto del nostro lavoro di redazione.

Perché? Perché crediamo anche noi che oggi peggio della pandemia ci sia solo il pericolo di dimenticare quanto è stato; la carta stampata – pur non raccogliendo like – favorisce una riflessione che va oltre l’immediato, capace di sedimentare e fare cultura, oltre le fake news di cui tanto abbiamo parlato in questi mesi.

Nei giorni della “quarantena sociale” dovuta al confinamento necessario per arginare i contagi, abbiamo registrato tutto e il contrario di tutto.

Mentre dai balconi gli italiani cantavano le migliori canzoni e scrivevano #andràtuttobene, #celafaremo, #distantimauniti, gli Stati litigavano sugli approvvigionamenti delle mascherine e sulle misure da adottare per sostenere l’economia. Non è stato facile ammettere che sono bastate poche settimane di “fermo ecologico” per mettere in seria crisi l’opulento mondo globalizzato, soprattutto per l’emergere di contraddittori egoismi corporativi e nazionalistici.

Tuttavia come dimenticare il personale sanitario, volontari, religiosi, amministratori che si sono presi curi degli italiani più indifesi? Così come non possiamo non tener conto dei tanti, tantissimi morti, soprattutto anziani, che hanno pagato in prima persona i ritardi nella comprensione della reale portata della pandemia da Covid-19.

E’ nostro parere quindi che il miglior modo per onorare i morti e ringraziare quanti hanno operato in “trincea” sia proprio l’impegno a fare memoria di quanto è stato, per ripartire con consapevolezza e pari determinazione, capaci di scongiurare nel prossimo futuro il ripetersi degli stessi tragici errori e ritardi: la pandemia non è ancora finita e non sarà certo l’ultima e tuttavia è un dato di fatto che non avremo più fra noi tante care insostituibili persone. … né tante imprese che non hanno resistito alla crisi.

Di certo non è stato bello constatare quanto il “palazzo” si sia dimostrato lontano dalla gente: mentre non si trovavano posti nei reparti di rianimazione, i partiti di governo hanno senza alcun litigio sistemato tutte le caselle del sottogoverno; mentre gli avvocati manifestavano sotto i tribunali per ripartire con le udienze, i parlamentari facevano rientrare dalla finestra i “vitalizi” grazie ai loro privilegi di casta.

Ciononostante, proprio queste deficienze del “governo mondiale”, hanno dimostrato quanto l’intero pianeta abbia concretamente bisogno di un raccordo trasparente fra gli stati e di una buona classe politica che sappia confrontarsi con lealtà, disinteresse e coraggio: oltre le parole.

Animati da queste riflessioni, permetteteci di “ripartire” riprendendo alcuni articoli pubblicati in quarantena nell’edizione on line, come per seguire il filo d’Arianna necessario per sconfiggere il Minotauro che vorrebbe annientare la nostra memoria, primo antidoto per combattere ogni virus.

[Pubblicato nell’edizione tipografica di Cammino, venerdì 10 luglio 2020]

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