Certamente quest’anno non è consigliabile bussare alle porte dei vicini, né tantomeno andare in giro  per il consueto  rito “dolcetto o scherzetto”  

 Il rito di Halloween nella notte del 31 ottobre si è consolidato anche in Italia ormai da tempo, soprattutto tra bambini e adolescenti che mascherati da streghe, vampiri, pipistrelli… partecipano a feste e party per omaggiare lo spirito dei morti. Quest’anno è necessario un cambio di rotta, dovuto alle misure di prevenzione imposte dal Dpcm  per contenere la pandemia  ed il rischio del contagio.

Ma se i piccolini si sentono deprivati di questo momento di macabra allegria, gli adolescenti nonostante le numerose raccomandazioni fanno a gara per realizzare video e scatti che postano sui social alla ricerca dei famosi followers.  Eppure sono tante le  attività e i modi di  festeggiare  Halloween  senza che questi  favoriscano  la diffusione del virus; basta organizzare  delle attività in casa senza  dover deludere nessuno si potrebbe intagliare e decorare una zucca per poi metterla sulla finestra, o  preparare dei dolcetti  oppure organizzare una caccia al tesoro in casa, in giardino, in terrazzo… O meglio ancora,   potremmo  semplicemente ritornare a festeggiare la commemorazione dei defunti come si faceva una volta, come vuole la nostra tradizione che rappresentava per i bambini  di alcuni decenni fa  quasi un’anticipazione  del Natale di oggi; infatti a portare i doni non erano Babbo Natale o  la Befana ma  i propri cari  defunti,  e i bambini aspettavano con gioia la festa per avere la “visita” di coloro che non c’erano più, e per ricevere giochi, regali vari e soprattutto i dolcetti di “ frutta martorana “.

Questa è l’occasione per riscoprire le tradizioni, senza aver paura di ricordare ai ragazzi il significato del periodo dell’anno in cui ci troviamo. Non dimentichiamo che a festa de’ Motti riveste un importante ruolo educativo: nella giornata a loro dedicata i defunti erano percepiti come “vivi” e la componente di paura e di mistero che suscitava inevitabilmente la perdita di una persona cara, era gestita da chi restava con un sentimento di “ umana naturalezza”.   Quella di quest’anno è un’opportunità preziosa per riscoprire le nostre radici cristiane, per far riflettere i giovani su una cultura nuova, alternativa e controcorrente, che sostituisca il rumore con il silenzio i di una fede ritrovata, vissuta con pienezza d’animo nella  quotidianità

 

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