Titolo della Settimana: “Sicilian ghost story” di Fabio Grassadonia e Antonio Piazza, 2017.

Nel deprimente panorama del cinema italiano di questi ultimi anni, fatta qualche rarissima eccezione, spicca questa opera seconda del duo Grassadonia-Piazza.

Coadiuvati alla fotografia dal sempre ottimo Luca Bigazzi e al montaggio da uno dei migliori talenti in circolazione, Cristiano Travaglioli, confezionano una pellicola sorprendente e fuori dagli schemi.

Dedicato alla memoria di Giuseppe Di Matteo, il film ha aperto La semaine de la critique al festival di Cannes strappando consensi e applausi. Un onore che i due registi hanno conquistato e si sono meritati sul campo.

E’ un unicum per il nostro barcollante cinema, tratto dal racconto scritto da Marco Macaluso, “Un cavaliere bianco” contenuto nella raccolta “Non saremo confusi” del 2011. Pellicola ambientata in un piccolo paese situato ai margini di montagne e boschi in una Sicilia plumbea e nebbiosa, lontana anni luce dal mare e dalla luce solare tipici quando si pensa alla nostra terra.

Assistiamo alla storia d’amore adolescenziale tra Luna e Giuseppe. Tredicenni e spensierati che si apprestano a vivere gli anni più belli nella Sicilia dei primi anni 90 descritta in maniera maniacale con le canzoni dell’epoca, gli zaini, i vestiti e anche i programmi tv.

Storia “Bruscamente” interrotta dalla scomparsa di Giuseppe. Mafia? Rapimento? O che altro? Luna non si rassegna e tanto meno si arrende iniziando, in un clima di evidente omertà e paura, una sua indagine personale. Ma trova dinanzi a se un muro invalicabile e troppo grande per un’adolescente seppur combattiva come lei.

Una delle carte vincenti della pellicola è senza dubbio la bravura dei registi nel saper mescolare appunto la Ghost story del titolo al dramma al mondo delle fiabe dei fratelli Grimm, che con le loro favole nere ammaliavano e terrorizzavano i bambini: qui ad essere terrorizzati e impotenti siamo noi adulti mentre è la piccola Luna che col suo coraggio e la sua voglia di non arrendersi anche di fronte all’evidenza, ci trascina in una seppur vana speranza.

Chiari sono anche i rimandi e gli omaggi a Il labirinto del fauno del regista e premio oscar Guillermo Del Toro, straordinario film anch’esso da recuperare. Come avrete ben capito tutto in questo film è ribaltato ed è incredibile come in Italia pellicole di così rara bellezza e profondità vengano snobbati dal grande pubblico a discapito dei soliti film spazzatura che il nostro cinema produce attualmente.

Che adesso a qualcuno venga la voglia o la curiosità di riscoprire quest’opera? Pellicola dal valore cinematografico e morale altissimo e di cui il cinema italiano ha bisogno per uscire dalla mediocrità di questi anni e tornare a recitare il ruolo che gli spetta nel panorama internazionale; registi come Grassadonia e Piazza o i fratelli D’Innocenzio, i Manetti Bros e anche quelli provenienti dal cinema indipendente, possono ridare linfa al nostro cinema. Azzeccate e suggestive anche le canzoni Safe With me e Italy di Soape Skin.

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