Titolo della settimana: Un maledetto imbroglio di Pietro Germi 1958.

Torna nella nostra rubrica un siciliano d’adozione, uno dei totem del nostro cinema e secondo chi scrive il miglior regista italiano di sempre, che tanto ha dato, è ovviamente ha ricevuto, alla nostra isola.

Pietro Germi prima di segnare in modo indelebile la commedia di costume e dopo aver parlato “In nome della Legge” ( già recensito), ci regala questo ennesimo capolavoro tratto dal romanzo “Quer pasticciaccio brutto de via Merulana” di Carlo Emilio Gadda. Dal quale però il regista sposta l’azione dal periodo fascista agli anni del pre-boom economico e soprattutto da al personaggio principale del film, il Commissario Ingravallo, da lui stesso interpretato, un volto più duro e “politicamente scorretto “. Con sigaro perennemente in bocca  e occhiali scuri con un carattere che mal sopporta tutto e tutti, scalfito solamente da Assuntina, una giovanissima ma già incisiva Claudia Cardinale, con la quale instaura un rapporto protettivo e quasi paterno.

Da qui in fase di sceneggiatura partirono non  poche scintille con Gadda che non approvava certe scelte, ma Germi come suo solito fu’ irremovibile. A Roma a pochi giorni da un furto di gioielli in casa del Commendador Anzaloni, il Commissario Ingravallo  torna nello stesso palazzo di via Farnese per un altro crimine ben più grave, il ritrovamento del cadavere della signora Liliana Banducci. Due crimini all’apparenza fini a se stessi, ma non per Ingravallo che prova a collegare il tutto con l’aiuto del  maresciallo interpretato da Saro Urzi’, fido scudiero del regista.

La trama è un pretesto per Germi  per scandagliare e graffiare il mondo romano sia borghese che popolare del tempo, un mondo che non digeriva. Iniziando le indagini, infatti, il nostro Commissario si trova davanti una serie di personaggi ambigui con più di qualche scheletro nell’armadio. Dal marito fedifrago al falso medico al gigolò di ricche americane, allo stesso Anzaloni, che ha anche lui qualcosa di scabroso da nascondere. Personaggi descritti alla stragrande dal regista, quasi una prova generale di quello che farà da li a poco tempo con la trilogia del costume ossia Divorzio all’italiana, Sedotta e abbandonata e Signore e signori. Cast fenomenale che oltre al regista e ai già citati Urzi’ e la Cardinale, comprende Claudio Gora, Franco Fabrizi, Cristina Gaioni, Nino Castelnuovo, Eleonora Rossi Drago. Sceneggiatura dello stesso Germi con De Concini e Giannetti. Da sottolineare la superba fotografia in un bianco e nero quasi spettrale di Leonida Barboni . Musiche dell’onnipresente, nella filmografia germiana,  Carlo Rustichelli, la di cui figlia Alida Chelli (all’epoca sedicenne ) apre il film cantando Sinnò me moro, scritta, udite udite, da Pietro Germi, un genio. Un maledetto imbroglio può essere considerato  il primo poliziesco-noir del cinema italico precursore del genere negli anni a venire e omaggiato anche dai cineasti d’oltreoceano come Coppola, Scorsese e Tarantino. Film da custodire vero gioiello del nostro cinema, e proprio mentre le sale sono chiuse per la drammatica situazione che stiamo vivendo quale miglior occasione per riscoprire perle del passato che hanno fatto conoscere e amare il nostro cinema.

…avendo presentato un film ambientato a Roma è doveroso ricordare in questa nostra piccola rubrica dedicata al cinema la gigantesca figura di Gigi Proietti: Show man completo dal teatro al cabaret , un talento speciale e unico ,che per restare in tema anche nel cinema si è ritagliato un posto d’onore interpretando Mandrake in Febbre da cavallo del 1976. Fortunatamente per noi il suo immenso patrimonio artistico lo renderà immortale. Ciao Gigi ci vedremo sempre nei tuoi spettacoli e ti applaudiremo

Condividi: