La vita della giovane e martire Lucia è intessuta di tantissimi fatti e leggende che stanno a testimoniare l’enorme venerazione di cui la santa gode.
Tanto si è scritto e tanto ancora si scriverà su Santa Lucia, patrona di Siracusa venerata in tutto il mondo, considerata la protettrice degli occhi e della vista, ma poco o quasi nulla la gente sa della casa e della prima chiesa in onore di Lucia .
Per saperne di più bisogna andare a rivedere un’ opera di Piero Fillyoley – “ Schegge e schizzi del 1986”- in cui scrive che insieme alla sua famiglia andava nella chiesa di Santa Lucia situata in una “vanedda dei bottai “ oggi via Cavour, una chiesetta singolare chiamata di Santa Luciuzza perché era la più piccola delle tre chiese dedicate al culto della Santa.
L’accesso era da un portone d’ingresso uguale a un qualsiasi portone di casa del tempo, ma una volta al suo interno tutto cambiava aspetto, sembrava un salotto tutto oro e stucchi.
Una tesoro medievale che purtroppo non esiste più, al suo posto moderno palazzo e per ricordarne l’esistenza una edicola con un’immagine della Santa e una e lampada votiva dentro una nicchia sulla facciata , lungo via Cavour 49. Grazie allo storico S. Privitera sappiamo che la chiesa fu costruita nel 1427 per sacralizzare il sito in cui secondo la tradizione popolare si sono svolti fatti importanti della vita della Vergine, nel 1872 è divenuta parrocchia in sostituzione della chiesa di San Giacomo, perché demolita. G. Agnello grazie alle sue ricerche aveva identificato a poca distanza della chiesetta situata tra l’angolo di via Cavour e via dei Candelai, situato tra l’angolo di via Cavour e via dei Candelai attuale numero civico 39, demolita intorno agli anni 50, per lasciare il posto ad una moderna abitazione. Si trattava di una abitazione del XII secolo di impianto federiciano che probabilmente si stendeva verso il mare e che includeva la stessa Chiesetta
Vien da chiedersi perché la Sovrintendenza non è riuscita a tutelare e salvaguardare un impianto monumentale così importante per Siracusa e la cristianità? Avremmo accettato senza batter ciglio se il tempo, o la guerra ne avessero provocato la distruzione, invece come spesso accade è stata la logica scellerata e utilitaristica dell’uomo a privarci di un bene inestimabile sia da un punto di vista storico e architettonico. Una velata nostalgia ci induce a pensare a coloro che fino a mezzo secolo fa transitando per l’attuale via Cavour si fermavano un attimo in raccoglimento davanti a quello che era considerato un luogo sacro, così come sarebbe bello pensare a un’insegna turistica visibile a tutti per ricordare la vergine e martire siracusana, che aspetta da troppo tempo il suo ritorno a “Casa”