Papa Francesco ha regalato al mondo la sua terza enciclica, dopo la Lumen Fidei (2013) e la Laudato si’ (2015). L’enciclica che prende il nome dalle parole di San Francesco, è suddivisa in otto capitoli e 287 punti ed è composta da 42.098 parole.
La struttura è composta da tre cerchi concentrici, quello spirituale, il piano antropologico e infine quello polititologico. La dimensione spirituale è la lente che ci permette di cogliere le sfumature dell’enciclica. È per questo che se si omette questo livello profondo si rischia di svalutare il cuore del messaggio. La dimensione spirituale dà le chiavi interiori per capire le intenzioni del Papa e ci fa chiedere chi è l’altro per me, la domanda etica su cui si basa la vita cristiana. La dimensione antropologica invece ci permette di rimettere al centro dell’agire del credente e della Chiesa la difesa della dignità umana. Infine il cerchio più strettamente politologico in cui il Papa denuncia i mali del liberismo di mercato e del populismo, condanna la pena di morte e le guerre, gli sfruttamenti e ogni forma di schiavitù.

Nihil sub sole novum, la “terza via” della Chiesa è quella di sempre, non è un’alternativa politica, ma un’ispirazione per tutti per far si che la comprensione della coscienza sociale evolva verso la dimensione della fraternità intesa come processo spirituale, antropologico e politico. È per questo che il Papa – come de resto fanno tutti i più grandi economisti – invita a riconoscere che la fede nel “mercato non risolve tutto”, il modello consumista ci ormai consumati e logorati; occorre rilanciare una politica popolare. L’alternativa al liberismo e al populismo è quella di costruire comunità inclusive locali e globali che difendano la dignità umana.

Padre Occhetta e Papa Francesco

Dopo un primo capito descrittivo in cui il Papa richiama la forza della fraternità e ricorda che stiamo vivendo, come alternativa, “una terza mondiale a pezzi”, il secondo capitolo lo dedica alla nota pagina di Vangelo del buon samaritano, chiave per interpretare l’enciclica. Prima dei frutti occorre nutrirsi della radice. Il samaritano disprezzato dalla cultura giudaica, rovescia la logica del prossimo che è il proprio vicino, egli “non ci chiama a domandarci chi sono quelli vicini a noi, bensì a farci noi vicini, prossimi”, scrive il Papa. L’enciclica dialoga con il mondo a partire dalla prospettiva del Vangelo. “Volete onorare il corpo di Cristo? Non disprezzatelo quando è nudo”. In questo senso l’enciclica elenca tutte le situazioni in cui gli uomini e le donne soffrono come vittime dei sistemi sociali e politici e, come sempre, la Chiesa presta la sua voce a chi non ce l’ha. Perché? La compassione sbilancia il credente verso chi ha un bisogno.

L’enciclica scritta in maniera chiara che tutti la possano capire ci interroga anche su come comunichiamo: “Nella comunicazione digitale si vuole mostrare tutto ed ogni individuo diventa oggetto di sguardi che frugano, denudano e divulgano, spesso in maniera anonima”. Ma davvero vogliamo questo, sembra chiederci? E aggiunge: “C’è bisogno di gesti fisici, di espressioni del volto, di silenzi, di linguaggio corporeo, e persino di profumo, tremito delle mani, rossore, sudore, perché tutto ciò parla e fa parte della comunicazione umana”.

Dire fraternità è ribadire la solidarietà tra noi: “Se qualcuno aiuta un anziano ad attraversare un fiume – e questo è squisita carità –, il politico gli costruisce un ponte, e anche questo è carità. Se qualcuno aiuta un altro dandogli da mangiare, il politico crea per lui un posto di lavoro, ed esercita una forma altissima di carità che nobilita la sua azione politica (n. 186).

I credenti impegnati in politici devono abbandonare i vecchi schemi, formarsi davvero insieme attraverso una nuova cultura della fraternità. Ci sono molte realtà che lo stanno facendo, personalmente mi sento di suggerire l’esperienza di Comunità di Connessioni presente anche a Siracusa, esperienza che connette volti nuovi e giovani, competenze e un nuovo metodo di formazione in sintonia con l’enciclica.

  • Pubblicato in anticipo sul numero tipografico di Cammino, 20 novembre 2020.

 

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