P. Francesco Occhetta, nel suo blog “L’umano nella città” ha recente chiarito l’origine della citatissima espressione “Politica, la forma più alta della caritià”:“E tale è il campo della politica – afferma Pio XI rivolto ai dirigenti della Federazione universitaria Cattolica – che riguarda gli interessi di tutte le società, e che sotto questo riguardo è il campo della più vasta carità, della carità politica, a cui si potrebbe dire null’altro, all’infuori della religione, essere superiore”. E inoltre: “Tutti i cristiani sono obbligati ad impegnarsi politicamente. La politica è la forma più alta di carità, seconda sola alla carità religiosa verso Dio”.

Il tema della presenza politica dei cattolici ritorna ciclicamente. Soprattutto oggi con i sistemi democratici messi a dura prova dall’esplosione pandemica.

Perché?

Considerato come l’azione politica interessi ed impregni ogni aspetto sociale, abbiamo posto questa domanda agli ultimi due presidenti del Forum che raggruppa le associazioni familiari: l’attuale, Salvo Sorbello e il suo predecessore, Marco Fatuzzo.

“… E se continua a ritornare vuol dire proprio che se ne avverte la necessità – osserva Marco Fatuzzo –  I drammi della storia misurano le stature degli uomini, e la pandemia è certamente uno di quegli eventi epocali che richiederebbe una classe politica esperta, competente, e adeguata ad affrontare (e vincere) la sfida. Si avverte la mancanza di quella solida esperienza, culturale e politica, che guidò la ricostruzione del Paese agli albori della Repubblica. La storia passata è sicuramente un patrimonio cui fare sempre riferimento, ma potrebbe rivelarsi un ingombrante fardello in una società profondamente cambiata, invecchiata, secolarizzata, ove il solo richiamo alla tradizione cattolica inevitabilmente suscita poco interesse, soprattutto fra le giovani generazioni, che non ne conservano memoria. 

“Infatti, è importante che si conosca correttamente il popolarismo sturziano – afferma Salvo Sorbello – a cui mi sono avvicinato da ragazzo grazie a uomini come Corrado Piccione, Emanuele Reale, Raffaello Caracciolo. Solo così ci si potrebbe così accorgere che è ancora estremamente attuale e può costituire la traccia per restituire valore ideale all’impegno politico, per trasformarlo in vera e propria carità politica. E bisogna mettere al centro il futuro della nostra società: è indispensabile sostenere le famiglie, nascono meno bambini, siamo sempre di meno e sempre più anziani ed è necessario mettere un freno allo sfruttamento ambientale”.  

“Più che a una storia da rivendicare – prosegue Fatuzzo – una rinnovata presenza dei cattolici in ambito pubblico, dovrebbe far leva su obiettivi mirati e qualificanti, puntando magari a tradurre in progetto politico il magistero di Papa Francesco, a partire dall’attualità dell’enciclica Laudato Si’ (sviluppo sostenibile, centralità della persona e della famiglia, del lavoro, dell’ambiente, …), e valorizzando l’Economia civile quale nuova via per riscrivere la nostra storia verso un nuovo umanesimo solidale. 

Alla fine, entrambi concordano che “occorre la freschezza di un progetto popolare ben focalizzato e seminato: è la chiarezza delle finalità che consente, anche, di superare gli steccati tra credenti e non credenti, sì da lavorare entrambi per il bene comune della collettività. Come da detto il Papa, da una crisi non si esce uguali: o si esce migliori o si esce peggiori. E quindi – concludono Fatuzzo e Sorbello – è essenziale ricordare sempre, anche in politica che il cristianesimo è realtà essenziale del nostro futuro”.

Chi oggi dovrebbe raccogliere e portare avanti una testimonianza così importante è una domanda ancora aperta che non può di certo rimanere inevasa …

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