Il “focus” di questo numero di “Cammino” è centrato sulla “testimonianza”. Chi scrive questo articolo ha ormai compiuto settantacinque anni ed ha iniziato a sentir parlare di “testimonianza” nella vita sociale, almeno sessant’anni fa, soprattutto da parte di buoni sacerdoti della nostra Diocesi.

Da allora sono trascorsi molti decenni e tante realtà sono progressivamente e notevolmente cambiate. Ma il tema della “testimonianza” nel sociale è sempre attuale, anzi mi sembra che acquisti maggiore rilevanza e urgenza.

Dinanzi a certe radicali metamorfosi di fondamentali patrimoni culturali, mi chiedo spesso se oggi si sia definitivamente perduta la fedeltà alle proprie idee, alle proprie identità; se tutto sia diventato e accettato come opinabile in una società divenuta progressivamente sempre più “liquida” e “gassosa”.

 In Italia siamo in una delicata fase della vita sociale forse perché sono mancate le buone testimonianze su importanti valori, che così sono miseramente decaduti. In particolare non è stata ben testimoniata la famiglia e, nei decenni trascorsi, sono state numerose le “controtestimonianze”.

 Adesso, attraverso diverse crisi, siamo giunti alla Primavera del 2021. Occorre cogliere le positività del nostro tempo. Ce ne sono tante ovunque, ma bisogna – appunto – testimoniarle; viverle con serena e costruttiva coerenza ai migliori princìpi sociali e morali. Sempre, nella gioia dell’incontro e del confronto.

 In particolare, i cattolici italiani, siracusani, sapranno essere coerenti e credibili? È la grande e rinnovata sfida della “testimonianza”. Riguarda tutti noi!

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