Le dimensioni del libro di Gianpaolo Miceli, “Le Api e gli applausi del re”, sembrano confermare, qualora ce ne fosse ancora il bisogno, l’antico adagio popolare che vedeva nella botte piccola proprio il vino più buono.

In un’epoca in cui in Italia la sensazione, come qualcuno ha detto, è quella di avere a che fare con più scrittori che lettori, fa piacere trovarsi davanti ad un’opera prima scaturita non dal desiderio di creare un best seller alla moda, ma dalla voglia, autentica, di raccontare storie, alcune davvero belle, radicate profondamente nella cultura di un territorio che stufo di vivere nel falso mito del posto fisso o peggio ancora dell’assistenzialismo di stato, è ormai diventato la culla di numerose attività micro-imprenditoriali, frutto della sfida più importante ossia quella con sé stessi.

E sono le storie, appunto, le protagoniste vere del libro, non già l’accenno autobiografico di Miceli, necessario per capire come si arriva a conoscere queste storie, né l’appassionato intervento finale, che andrebbe stralciato, incorniciato e spedito ai decisori e ai governanti, come cartina di tornasole semplice e chiara su come si dovrebbe intervenire per cercare di rimediare ad una situazione oggettivamente complicata.

La bellezza delle storie di questi imprenditori coraggiosi raccontate da Miceli è data dalla loro eterogeneità, dal loro essere profondamente simili nelle loro assolute diversità; c’è chi investe mentre lotta contro la malattia, chi non teme e anzi sfida il malaffare e la criminalità organizzata, chi semplicemente decide di dare una svolta alla propria vita e chi reinventa l’antica arte della pasticceria siciliana in chiave teatrale, ma in tutti loro è presente l’entusiasmo e il sacro fuoco dell’artigiano, con il quale Gianpaolo Miceli è abituato ad avere a che fare sin dall’inizio della sua carriera in CNA Siracusa.

Parte della stesura di questo libro, in particolare la narrazione di alcune delle storie presenti, è collegata anche ad un’esperienza che chi scrive ha avuto il piacere di condividere proprio con l’autore ormai qualche anno addietro, con i social media in fase di espansione e con l’associazione vogliosa di aprirsi a nuove attività promozionali dei propri associati; da lì nacquero le interviste itineranti in diretta social chiamate “10 minuti con CNA Siracusa”, ancora disponibili sull’omonima pagina Facebook, un format essenziale, tecnicamente “basico” per usare un eufemismo ma molto apprezzato dai cittadini e dagli imprenditori, anche per i toni leggeri utilizzati seppur con argomenti sempre interessanti.

In conclusione, “Le Api e gli applausi del re” è un testo che andrebbe letto da giovani, magari alle medie, per chiarire sin da subito che la vita non sarà una passeggiata ma che se si coltiva una passione e la si fa diventare lavoro, allora, con tutta probabilità come sosteneva il buon Confucio, non si lavorerà nemmeno un giorno della propria vita.

 

Credito immagini in evidenza: dalla rete.

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