Libro-empatia di Annamaria Corpaci

Annamaria Corpaci propone un suo nuovo libro che ha il coraggio di interpellare a fondo – ma nello stesso tempo con delicatezza –  l’animo del Lettore, focalizzando la dimensione relazionale dell’esistenza umana nel difficile e angosciante periodo dell’isolamento imposto dalla pandemia “covid 19”.

L’Autrice, di fronte a tanti smarrimenti, offre una visione psicologica aperta all’inversione della rotta della solitudine, per uscire dal buio tunnel del disagio e della sofferenza che fa sperimentare il bisogno della vicinanza e della socialità.

“Sì, perché la vicinanza, quando è reale e autentica, sprigiona un afflato che produce energia, quella energia che ti offre la forza di resistere…”. Ogni persona, al di là delle differenze di carattere e temperamento, è infatti soggetto attivo di relazioni, di convivenza e, nel vuoto di una solitudine indesiderata, rischia concretamente un forte impoverimento della sua esistenza.

Ogni persona, certamente, sente l’esigenza di vivere fino in fondo la propria umanità, creando o coltivando legami, prendendosi cura dell’altro, generando rapporti di empatia nella positività dell’incontro interpersonale. Ma l’Autrice evidenzia pure come l’incontro sociale non significhi soltanto incrociare il nostro sguardo con quello dell’altro, ma anche illuminarlo, sostenerlo nei difficili momenti della debolezza, dello sconforto e della paura.

Effettivamente ognuno di noi, in particolari momenti, avverte il bisogno di avere una persona accanto e allora invoca “Ho bisogno di te, stammi vicino”. La vita, allora, può divenire convivenza nell’amore e comunicazione di cuori. Certamente l’uomo può liberare l’altro uomo dalla solitudine, facendogli vivere una solidarietà fatta pure di piccoli ma preziosi gesti.

Sì, perché  le cose “che accompagnano, attimo per attimo, la fatica del nostro vivere, qualificano la nostra esistenza e la rendono unica e irripetibile”. E il prendersi cura, l’adoperarsi per far star bene, specie per noi cristiani, non è qualcosa di accessorio e quello che conta di più nella vita è proprio riuscire a prendersi per mano, imparare a volersi bene. Ciò che veramente importa è l’essere capaci di “vivere con gli altri, in mezzo agli altri, e soprattutto per gli altri”.

La crisi pandemica che stiamo vivendo “ci obbliga a riflettere, distinguere, giudicare, ragionare anche su questioni che non avremmo mai voluto affrontare e l’Autrice indica allora al Lettore una nuova filosofia di vita, una nuova arte del vivere, tenendo presente che abbiamo bisogno gli uni degli altri.

Le intense pagine del volume indicano la strada per tornare ad assaporare nella quotidianità il piacere di incontrarsi, di avere il tempo per gli altri perché la vita è fatta di gioie e di dolori che, se ci si vuol bene, devono essere sempre condivise e vissute insieme. Con la capacità di aprirsi al futuro.

Ma il libro di Annamaria Corpaci, secondo me, ha una particolarità veramente coinvolgente. Sembra che le pagine siano rivolte direttamente ed esclusivamente all’animo del singolo Lettore. Le riflessioni sono quelle di una attenta psicologa ma  sono tutte cariche di profonda sensibilità umana. È la sensibilità di una donna che di ogni “naufrago” conosce bene il bisogno di una “zattera” a cui sostenersi, per dare senso anche ai peggiori momenti dell’esistenza, per illuminare il buio di certe    giornate. Annamaria riesce così a stare accanto ad ognuno, sostenendolo nel momento dello smarrimento. Complimenti!

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