Sabato 2 ottobre, la Comunità parrocchiale del Sacro Cuore di Gesù in Siracusa si è stretta attorno al suo Parroco, don Gaetano Silluzio (per tutti, da sempre: “padre Tanino”), per ringraziare, insieme a lui, il Signore, nel 50° anniversario della sua ordinazione sacerdotale.

L’inno di ringraziamento della Parrocchia si è innalzato al cielo nel modo più proprio che Cristo stesso ci ha lasciato, ossia mediante la celebrazione dell’Eucaristia. Ha presieduto la solenne concelebrazione il nostro arcivescovo Francesco Lomanto, cui si sono uniti alcuni Presbiteri della nostra Diocesi, con l’assistenza liturgica degli alunni del Seminario Arcivescovile, accompagnati dai loro Superiori.

Durante l’omelia, l’Arcivescovo, dopo aver delineato la centralità del Sacerdozio nella vita della Chiesa, ad un tempo “dono e mistero” (cf. Giovanni Paolo II, Dono e Mistero, Città del Vaticano 1996), ha accennato ad alcuni elementi della vita e della spiritualità di padre Tanino che ne caratterizzano il ministero.

La spiritualità di padre Tanino, improntata all’autentica comunione, è stata forgiata dell’incontro col Movimento dei Focolari che lo hanno indotto a mettere Gesù al centro della sua vita, “Gesù in mezzo” alle Comunità in cui è stato mandato per il servizio pastorale. Quel “Gesù crocifisso e abbandonato” che Chiara Lubich invitava a cercare in ogni attimo della vita, in ogni angolo del mondo, per abbracciarlo: Gesù abbandonato, scriveva Chiara, è il “segreto” dell’unità.

Ancorché da circa trent’anni (1^ gennaio 1993) sia il Parroco di questa Parrocchia del Sacro Cuore in Siracusa, egli ha svolto altri importanti servizi in Diocesi. È stato Vicario Parrocchiale a Santa Rita, ai tempi in cui ne era Parroco p. Alfio Inserra di cui ammirò l’intraprendenza fondata sulla fede e l’abbandono alla provvidenza. Da vice Rettore del Seminario maggiore, educò molti giovani alla vera oblazione al Signore per il servizio del Suo popolo. Fu, poi, Parroco della Parrocchia Cristo Re in Lentini: una Parrocchia molto grande che vedeva nascere in quegli anni la sua chiesa e, quindi, ottenere quella stabilità che consente di programmare la vita pastorale. In tal senso, padre Tanino comprese la ricchezza della Pastorale con i fanciulli e, oltre a un foltissimo gruppo di Azione Cattolica e di Catechismo, diede vita, nei locali parrocchiali, alla prima esperienza cittadina di scuola materna.

 

Padre Tanino ha lungamente insegnato nelle scuole e ha compreso che è proprio l’età scolare che forgia la persona anche sotto il profilo della fede.

Anche in questa Parrocchia, dunque, egli ha inteso portare avanti l’esperienza della scuola dell’infanzia, non come impresa d’affari, ma come servizio pastorale, nella consapevolezza che se non si semina al momento opportuno e al momento opportuno non si irriga, non vi sarà mai di che raccogliere.

Potremmo dire che padre Tanino ha preso sul serio il Vangelo di oggi, ponendo nell’annuncio del Vangelo ai bambini il cuore della sua vita sacerdotale.

Qui al Sacro Cuore ha agito sempre in comunione col suo predecessore, mons. Gallo, con cui ha lavorato in piena sintonia fintanto che, lo scorso anno, questi non si è ricongiunto al Padre.

Padre Tanino, che si fa chiamare con questo diminutivo, nonostante la sua età ormai non da fanciullo, conserva, anche in questo dettaglio, la consapevolezza che chi si fa piccolo come un bambino, sarà grande nel regno dei cieli.

Bello che sia stato ordinato il giorno degli Angeli custodi. Ciò gli conferisce una particolare assistenza delle schiere angeliche e, al contempo, la certezza che, seguendo le indicazioni del suo Angelo, percorrerà le vie del Signore.

Ringraziamo, dunque, il Cielo per il prezioso Ministero di padre Tanino e chiediamo al Signore che lo conservi ancora per lunghi anni al Suo servizio.

I molti parrocchiani intervenuti hanno espresso la loro gratitudine al Signore, per il grande dono dei 50 anni di fedeltà del loro Parroco, con un messaggio semplice e cordiale, nel quale hanno parlato di padre Tanino quale padre, fratello e – per i più anziani – persino “figlio”. Tanto dice dell’attenta cura che la Comunità presta al suo pastore, non limitandosi soltanto a riceverla dallo stesso. La Parrocchia, infatti, è un cammino di comunità nel quale, ciascuno col proprio passo, si percorre la via del Signore, passando dal Calvario fino a giungere al Sepolcro vuoto. Con queste parole, padre Tanino ha voluto designare l’itinerario della Comunità affidatagli e, insieme, del suo Sacerdozio, asserendo che una scheggia della pietra che chiudeva il Sepolcro del Signore è giunta fino a noi: è la “Pietra di luce” (da una poesia di Karol Wojtyla) che costituisce l’ambone, luogo nel quale assume forma viva la “Parola di Vita” che forgia la comunità dei credenti in cammino.

Significativa anche l’immagine e la frase scelte da padre Tanino per commemorare l’evento di grazia. L’immagine è tratta dalla Cappella del Buon Pastore dell’Oratorio salesiano di Valdocco e rappresenta Gesù Buon Pastore che – secondo il Vangelo di Giovanni –  conosce le Sue pecore e offre la Sua vita per loro (cf. Gv 10,14). E, nella frase biblica posta sul verso dell’immaginetta, padre Tanino ha ripreso un aspetto della figura del Buon Pastore, il quale “chiama le Sue pecore per nome” (cf. Gv 10,3). Chi conosce padre Tanino sa, infatti, che egli ha profondamente a cuore le persone che sono affidate alla sua cura pastorale e non si arresta alla conoscenza superficiale delle stesse. Ogni volto, per lui, ha un nome e una storia è, anzi, una luce su quell’unico volto di Gesù che consente all’umanità la possibilità di ricomporsi in sé stessa e con Dio.

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