Mai come in questi giorni i titoli dei giornali hanno riportato la parola “scuola” e mai come in questi giorni tanti giornali trasmissioni radio e tv, blog e tweet hanno parlato di “scuola”. Anche il presidente del consiglio Draghi ed il ministro dell’istruzione Bianchi hanno sottolineato l’importanza della scuola e la necessità di preservare la didattica in presenza per il bene dei nostri ragazzi e della collettività. Il ruolo della scuola quindi, fondamentale per la società civile e per il futuro di tutti i cittadini come sostengono a gran voce tante associazioni pedagogiche e formative.
Qualche giorno fa su un articolo pubblicato da Avvenire potevamo leggere a proposito di scuola che questa è l’ora dei “capitani coraggiosi” in riferimento alla scuola e alla telenovela che ha avuto come protagonista il tennista Djokovic.
Djokovic, come altri personaggi famosi è per tanti ragazzi, e non solo, un mito da emulare e “invidiare” che ci ha profondamente delusi per il messaggio che ha fatto veicolare in contrapposizione alle leggi di tutela sanitaria voluta dalle autorità australiane.
Un pessimo esempio di privilegio a discapito di chi lotta contro il Covid,in un letto di ospedale; nonostante il disaccordo creatosi la stragrande maggioranza dei cittadini ha seguito con interesse l’evoluzione della narrazione Djiokovic
Non altrettanta attenzione è stata dedicata alle bellissime parole della lettera del professor Pietro Carmina, scomparso nella tragedia di Ravanusa, in cui scriveva ai suoi studenti, che una delle sue soddisfazioni più grande era stata quella “di avere tentato di insegnare ai suoi ragazzi che la vita non è un gratta e vinci: la vita si abbranca, si azzanna, si conquista “.
Quanti professori, oggi, come Carmina portano avanti con coraggio valori e coerenza ? Quanti docenti si dedicano con amore e passione al progetto educativo della scuola, o in attività di servizio gratuite in questi tempi di pandemia, in cui gli adempimenti quotidiani sono triplicati e ci vorrebbe più personale per portare avanti le attività programmate ? Sono loro i nostri capitani coraggiosi, i nostri insegnanti che ogni giorno entrano in classe, per far crescere nei nostri ragazzi la consapevolezza che non sono spettatori, ma protagonisti della storia che stanno vivendo e che il futuro è nelle loro mani . Nella scuola, tra le mura degli istituti anche se scrostati o imbrattati, si sta formando l’Italia del futuro
Sicuramente quello della scuola è un mondo molto complesso, spesso difficile da comprendere ed il particolare momento storico lo ha reso ancora più difficile, ma l’impegno e l’esempio di tanti insegnanti, dirigenti, personale amministrativo, collaboratori è più che mai vitale e impegnativo, perché i nostri ragazzi guardano con particolare interesse a tutto ciò che accade accanto a loro, ma soprattutto guardano alla nostra capacità di essere credibili e coerenti anche nelle difficoltà .
Per questo, dobbiamo sostenere la fatica educativa dei nostri docenti, ricercando una collaborazione attiva e fattiva nel rispetto dei ruoli. Ogni giorno si semina, consapevoli che altri avranno la gioia del raccolto. Questa è la forza di chi crede nella scuola.