Mentre siamo preoccupati per la tragica e vicina guerra in Ucraina, ci accorgiamo che la Primavera avanza con la sua bella luce, con i suoi intensi profumi. Scorre velocemente questo primo scorcio di calendario che ha sempre immesso gioiosamente la gente nel cuore della bella stagione, con i suoi colori, con le sue feste popolari.

In particolare, nel nostro Territorio siracusano, questo periodo dell’anno di solito ha spalancato le finestre all’incontro con le belle e calde giornate maggio, da secoli ricche di feste popolari, a lungo attese e sempre celebrate con il tipico calore delle persone del Mezzogiorno.

Quest’anno la vigilia dei giorni di maggio presenta una decisa e specifica svolta rispetto agli ultimi due anni vissuti con la pandemia. La preoccupazione pandemica sembra stemperarsi gradualmente e nel mese di maggio potremo finalmente tornare a vivere pubblicamente le caratteristiche festività popolari e religiose, tanto care alla nostra secolare tradizione.

Soltanto per fare alcuni esempi, potremo tornare nelle strade (come prima, da generazioni) per le festose e partecipate ricorrenze di Santa Lucia a Siracusa, di San Sebastiano a Melilli, Sant’Alfio a Lentini, di San Domenico ad Augusta, etc.

Parteciperemo quasi sicuramente in modo più consapevole e responsabile. Però ci sarà probabilmente chi, disapprovando, “arriccerà il naso” per questo ritorno alla allargata diffusione della facile popolarità, superficialmente giudicata male.

Magari qualcuno addurrà qualche raffinata argomentazione aristocratica o oligarchica, contraria alle libere manifestazioni di massa nel variegato mondo della “pietà popolare”.

Ma, a mio avviso, nella maggior parte degli eventi di maggio, in concreto tornerà l’abbraccio personale e sociale che ha sempre animato l’incontro autenticamente popolare, ogni anno fraternamente rivissuto nel gioioso e corale rinnovo degli appuntamenti della migliore sicilianità. In ogni buona festa, d’altronde, la vita ritrova più senso!

Fiducioso cammino

Probabilmente cominceremo a lasciare alle nostre spalle il lungo e tormentato silenzio collettivo durato due anni, con l’innaturale, forzato e inedito spaesamento popolare e civile causato dalla pandemia. E subentra già la gioiosa, collettiva speranza che proprio nel corso del mese di maggio si possa tornare a riprendere in pieno la vita sociale ed ecclesiale.

Viviamo già la soddisfazione di voltare finalmente pagina, responsabilmente, non soltanto nella vita sociale ma anche in quella più strettamente della Chiesa locale. Si attende di tornare presto alla piena fruizione comunitaria dei nostri luoghi di incontro. In questo lungo periodo, con quante difficoltà abbiamo tutti vissuto tante limitazioni!

Adesso la gente ha motivato desiderio di tornare alla normalità, pur con tutte le necessarie cautele. Chiede questo ritorno alla normalità la stessa gente che ha mostrato a lungo senso di responsabilità, attenendosi alle regole comunitarie a lungo imposte dal coronavirus.

Potremo rivivere le feste popolari a noi tanto care, rimaste a lungo sospese. Magari con rinnovato entusiasmo, con responsabile partecipazione e con sinceri propositi di vita solidale.

Senza questa ritrovata e salutare “carica” comunitaria, nel Territorio rischieremmo davvero di non essere più un Popolo in gioioso o fiducioso cammino!

  • Pubblicato sul numero tipografico di Cammino, 06 maggio 2022
  • credito immagine in evidenza: dalla rete
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