Durante una bella riunione tenutasi il 21 aprile, culminata con un tè culturale, sul tema “Christiane Elizabeth Reimann, l’infinito sogno di poesia”, è stata narrata l’opera della mecenate danese che donò alla città di Siracusa la villa e il giardino col terreno circostante, ricco di circa 700 piante di agrumi e 200 specie botaniche diverse.

Sono stati Marcello Lo Iacono, responsabile dell’associazione che ricorda la Reimann, Silvano La Rosa, del Consorzio universitario Archimede,  e Debora Barraco, ad intrattenere gli ospiti con il racconto dell’opera svolta dalla Reimann, una sommaria biografia e la descrizione, con l’ausilio di fotografie, dello stato dei luoghi al momento dei primi interventi dell’associazione Save Villa Reimann nel 2014, con la villa –precedentemente saccheggiata da ignoti – in un totale stato di abbandono, ed arredi, libri, quadri e suppellettili  dispersi in vari depositi del comune,  raffrontata con la situazione attuale dello stabile.

Christiane Reimann, danese di famiglia agiata, aveva 25 anni quando, ispirata probabilmente dalla filantropia del tempo, decise – malgrado l’opposizione della famiglia-  di diventare infermiera. Dedicò tutte le sue energie a questo obiettivo, senza mai fermarsi, fino ad assurgere al vertice dell’ICN, il Consiglio Internazionale degli Infermieri, iniziando la ricostruzione e l’affermazione dell’organismo, che aveva ridotto fortemente il suo funzionamento a causa  della guerra mondiale. Lasciò l’organismo nel 1934 e, dopo alterne vicende, giunse a Siracusa, decidendo di stabilirvisi. L’amore per la città determinò il suo lascito testamentario, comprendente la villa, acquistata nel 1934 e poi riacquistata l’anno successivo, ed il parco, allora di circa 35.000 mq. La villa, che non poteva essere né venduta, né alienata, né permutata o a qualsiasi titolo trasferita a terzi, era stata destinata in modo specifico  a sede di attività formative ed educative di rango universitario ed in ogni caso di elevato livello intellettuale ed altresì a sede di manifestazioni culturali di pari dignità e ciò al fine di contribuire al progresso civile ed intellettuale della città di Siracusa.

Dopo la   morte della Reimann, avvenuta il 12 aprile del 1979, la villa vide lunghi anni di abbandono, fino al 1994, quando l’amministrazione Fatuzzo la ristrutturò e la destinò a visite ed iniziative culturali. Negli anni successivi furono celebrati alcuni matrimoni e ci furono piccole manifestazioni, ma sia l’immobile che il parco furono preda dell’incuria  e dell’abbandono. Nel 2004, sia pure in casi eccezionali, la villa fu riaperta al pubblico. Ma nel 2014, grazie all’intervento dei volontari di “Save Villa Reimann” e del consorzio universitario Archimede fu  intrapresa un’opera di recupero, che si concretizzò con il recupero dei locali interni, concluso nel 2019, la ricollocazione nella villa della collezione archeologica,  dei quadri e della dotazione artistica,  avvenute nel 2018.

Il 2019 vide anche la realizzazione di un importante seminario internazionale  sulla figura di Christiane Elisabeth Reimann, organizzato da Save Villa Reimann insieme al Consorzio Universitario Archimede e all’Organizzazione delle Infermiere Danesi, al quale  partecipò  anche Annette Kennedy segretario Esecutivo dell’ICN, l’Organizzazione infermieristica internazionale.

Il tè culturale del 21 aprile è stato occasione per riparlare della situazione della villa, del testamento della Reimann e di ciò che andrebbe realizzato per realizzare ciò che la Reimann si era proposta quando decise di donare la villa ed il suo parco ai siracusani.

Noi abbiamo chiesto a Marcello Lo Iacono  quali siano le criticità maggiori, per dimensioni e per urgenza di interventi di recupero di Villa Reimann. Ci ha detto che il PNRR prevede un intervento di recupero per il giardino della  villa, mentre lo stabile, malgrado gli interventi realizzati soprattutto dai volontari, è in decadenza strutturale, con crepe, infiltrazioni, infissi rotti cadenti: avrebbe bisogno di una ristrutturazione complessiva. Il Comune, dopo le buone intenzioni manifestate nel 2019, quando si effettuarono anche delle visite guidate, con   la fruizione   garantita dall’assistenza dei volontari e del consorzio universitario, non affronta la manutenzione straordinaria ormai indispensabile.

Oggi la villa versa in uno stato di degrado,  non è aperta al pubblico, si  sono dovute sospendere le iniziative  per motivi di sicurezza riscontrati tanti anni fa e mai rimossi, i percorsi presentano dei pericoli e ci sono dei rischi per l’incolumità dei visitatori. Le  tombe rinvenute non sono agibili, la mancanza di personale del comune e di un custode  rende vana la possibilità di fare almeno nei fine settimana delle visite alla struttura ed al giardino botanico. Quest’ultimo è parzialmente impraticabile, manca la sistemazione della passerella per i disabili (in parte ripristinata dai volontari), il gazebo andrebbe risistemato.

Vanno ricercate  soluzioni che consentano sia  il completo restauro degli immobili, degli arredi, del parco esotico, delle emergenze archeologiche, sia la realizzazione di   iniziative stabili che, dato anche il notevole consenso che i siracusani  accorsi nelle estemporanee iniziative  svoltesi negli ultimi anni hanno dimostrato, possano garantire un futuro all’altezza del  prezioso lascito della gentildonna danese Christiane Reimann alla Città di Siracusa.

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